Oltre ad un nome, ora il virus Zika ha anche un volto. Un gruppo di ricercatori dell’Università americana Purdue coordinato da Richard Kuhn è infatti riuscito per la prima volta a creare una “foto” del virus che risulta essere molto simile al dengue, ma con alcune differenze chiave nelle proteine di superficie. Proprio queste ultime potrebbero essere decisive sia per capire come il virus Zika riesce a entrare nelle cellule umane sia per ottenere vaccini e farmaci efficaci. L’immagine del virus, a livello quasi atomico, è pubblicata sulla rivista Science.
L’immagine
L’analisi dell’involucro del virus Zika, indica che questo è molto simile alla struttura superficiale di altri virus già noti, come quelli responsabili di dengue, febbre gialla e febbre del Nilo occidentale. La novità non è in questa somiglianza, poiché è noto da tempo che il virus Zika appartiene a questa stessa famiglia di virus, chiamati flavivirus. La mappa permette di capire meglio i meccanismi che il virus usa per scardinare le porte di accesso delle cellule che infetta. Il ‘grimaldello’ potrebbe essere una proteina che si trova sulla sua superficie e questa scoperta potrebbe aprire la strada a farmaci e vaccini capaci di bloccare l’infezione. L’analisi della struttura esterna del virus potrebbe anche aiutare a far luce sulle apparenti connessioni tra il virus, che provoca sintomi simili all’influenza, e i casi di microencefalia e sindrome di Guillain Barre che sembrerebbero essere aumentati nelle regioni in cui Zika si è diffuso maggiormente.