In Italia poco meno di un milione di persone presenta i primi segni di degenerazione maculare della retina. Il dato è stato diffuso nel corso della presentazione dei dati preliminari dell”Osservatorio italiano sui costi della cecità legale’, studio promosso dal gruppo farmaceutico Novartis e curato dall’Università di Roma Tor Vergata. Circa 260 mila, in base ai dati resi noti, le persone affette dalla forma più minacciosa della patologia, quella ‘neovascolare’ o ‘umida’. Poiché esiste una stretta correlazione tra l’età avanzata e lo sviluppo della malattia, le proiezioni indicano, col progressivo innalzamento dell’aspettativa di vita, un peggioramento della situazione con un numero di casi di tre volte superiore all’attuale nei prossimi 25 anni. La degenerazione maculare legata all’età colpisce la macula, ossia la parte centrale e più sensibile della retina. La degenerazione ‘umida’ e’ meno diffusa (20% dei casi) ma più invalidante. Le prime terapie sono state sviluppate con l’obiettivo di preservare la vista nei pazienti. A partire dal 2006, col lancio del farmaco ‘Lucentis’ da parte di Novartis, l’obiettivo del trattamento è quello non solo di stabilizzare la perdita del visus, ma di migliorarla in una percentuale significativa di pazienti. In molti paesi, tra cui quelli dell’Unione Europea, la somministrazione di questo farmaco, il cui principio attivo è il ranibizumab, viene eseguita secondo un regime di trattamento personalizzato, con l’obiettivo di massimizzare i risultati sulla visione.