Sono circa 362 mila i non vedenti e oltre 1 milione gli ipovedenti tra piccoli e grandi in Italia. A ricordarlo in occasione della giornata mondiale della Vista è l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, sottolineando come già ad un anno di età bisognerebbe far controllare gli occhi dei più piccoli. Su 285 milioni di disabili visivi, ricorda l’ospedale, nel mondo vivono quasi 19 milioni di bambini con un handicap visivo grave, di cui 17,5 milioni sono ipovedenti e 1,4 milioni sono ciechi.
“La diagnosi precoce di una malattia oculare migliora la prognosi e rende più efficace la riabilitazione visiva”, si legge in un comunicato dell’ospedale. “Per questo è importante programmare le visite pediatriche nei bambini a partire dal primo anno di vita, in modo da prevenire o intercettare per tempo eventuali anomalie o alterazioni della vista. Tra le attività del reparto di oculistica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è attivo da circa un anno e mezzo, presso la sede di Palidoro, l’Ambulatorio di Genetica Oculare, che si occupa della diagnosi e della gestione delle patologie degenerative oculari ereditarie. In un anno e mezzo di attività sono stati visitati circa 220 pazienti”. Milioni di italiani hanno problemi agli occhi, e il numero destinato ad aumentare, ma per l’oculistica le risorse scarseggiano, tanto che i pazienti non si possono permettere le cure più innovative. Lo ricordano la Società Oftalmologica Italiana e la Fondazione Insieme per la vista.
In Italia, spiega Matteo Piovella, Presidente della Società Oftalmologica Italiana, ogni anno si eseguono 550 mila interventi di cataratta che rappresentano oltre l’80% del lavoro dell’oculista in ospedale. Per i pazienti ci sarebbero dei nuovi cristallini artificiali che eliminano la necessità di avere gli occhiali, ma il Ssn non li rende disponibili. “Negli ultimi 10 anni – spiega Piovella – le risorse messe a disposizione per questa chirurgia sono passate da 2500 a 700 euro nonostante siano aumentate in modo esponenziale i costi delle nuove e indispensabili tecnologie. Una scelta politica aberrante che ha portato a svilire l’intervento ad alta tecnologia più diffuso al mondo di cui tutti, prima o poi, avranno necessità essendo un fenomeno fisiologico che con l’eta’ colpisce tutti”. Fra gli altri problemi sottolineati dagli esperti ci sono l’assenza dell’anestesista durante gli interventi di cataratta e il mancato accesso al farmaco Avastin per la degenerazione maculare, ancora non disponibile se non a una piccola parte dei pazienti.