Sarebbero nove in tutto i casi in Italia di Zika, tutti ‘importati’ da persone arrivate da viaggi nelle zone a rischio e tutti guariti. L’ultima è una persona di ritorno da un viaggio nella Repubblica Dominicana, curata all’Ospedale civile di Venezia. Le sue condizioni sono buone. E a Roma è stata ricoverata un’altra persona all’istituto Spallanzani, la struttura che ha già visto e gestito la pericolosa epidemia di Ebola curando i due italiani colpiti. Dall’Onu intanto è arrivato un appello per permettere alle donne di abortire e di accedere ai servizi di salute pubblica per evitare le nascite in un momento come questo in cui la trasmissione del virus può essere cosi’ grave per i feti. Il rischio di microcefalia sembra infatti sempre più certo. Ma questa ipotesi ha trovato il fermo no da parte dei vescovi brasiliani. A preoccupare gli esperti è anche la possibilità di contagio attraverso rapporti sessuali.
Donne in gravidanza
Il Cdc statunitense ha pubblicato una linea guida specifica per le donne in gravidanza, in cui si consiglia di evitare i rapporti sessuali o usare il preservativo fino alla nascita del bimbo alle donne i cui partner hanno viaggiato nei paesi interessati. Indicato il test per tutte le donne incinte tornate in America da viaggi in zone in cui il virus Zika è diffuso, anche se non presentano sintomi della malattia. Confermato poi l’arrivo del virus Zika nella capitale Usa: tre casi di contagio a Washington, tra cui una donna incinta, sono stati resi noti dal dipartimento per la salute locale. Tutti e tre i pazienti avevano viaggiato in Paesi dell’America Latina dove avrebbero contratto l’infezione. In Italia ”abbiamo aumentato il livello di controllo e di monitoraggio nel settore delle trasfusioni, come facciamo sempre nei casi in cui ci sono nuove epidemie con nuovi fattori di rischio”, ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ricordando che nel nostro paese esiste ”un sistema di allerta e sorveglianza che è già attivato”. Il Centro Nazionale Sangue (Cns) prevede, infatti, che chi ha viaggiato nei Paesi in cui è presente il virus Zika deve aspettare 28 giorni prima di donare il proprio sangue.