Virus respiratorio sinciziale: strategie di prevenzione per ridurre decessi e spese per il Ssn

Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è un patogeno molto contagioso, che causa gravi infezioni delle vie respiratorie. Per quanto sia noto per colpire principalmente i bambini al di sotto dei 2 anni, può infettare persone di tutte le età, con una maggiore incidenza e provocando conseguenze più problematiche nei soggetti fragili e immunocompromessi.

Per queste ragioni, nota Massimo Andreoni, Direttore Scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e Professore Ordinario di Malattie infettive Università Tor Vergata di Roma, a margine di un evento sul virus respiratorio sinciziale organizzato da Gsk a Roma, “è fondamentale fare informazione e formazione su questa infezione tra i medici”.

Oggi disponiamo di vaccini efficaci per prevenire l’infezione e di farmaci monoclonali. “Il Sistema Sanitario Nazionale trarrebbe un grande vantaggio dalla prevenzione del virus respiratorio sinciziale: la vaccinazione altamente efficace contro l’Rsv potrebbe ridurre i costi della sanità pubblica”, nota l’esperto.

La vaccinazione è fondamentale per prevenire lo sviluppo di polmonite e insufficienza respiratoria negli anziani, come sottolinea Roberto Parrella, Presidente della Simit e Direttore dell’Uoc di Malattie infettive a indirizzo respiratorio presso l’Ospedale Cotugno di Napoli. “Non c’è molta conoscenza del virus e dell’infezione da Rsv tra la popolazione e in particolare negli anziani”, commenta.
Sull’impegno di Simit, l’esperto ha sottolineato che “la società è impegnata sia nella formazione dei propri specialisti che nelle attività di comunicazione e di formazione della popolazione generale”. Tra i suoi obiettivi spicca anche quello di “incidere sui decisori politici e avere la possibilità di creare partnership e alleanze con società scientifiche affinché l’attenzione verso questo tipo di patologie siano conosciute e siano portate avanti come strategia di prevenzione” perché “abbiamo la necessità – conclude Parrella – di inserire anche questo tipo di vaccino nel calendario vaccinale”.

A questo proposito a febbraio di quest’anno la Siti (Società italiana igiene medicina preventiva e sanità pubblica) e la Simit hanno pubblicato un documento congiunto per stimolare alcune azioni urgenti per la prevenzione delle malattie Rsv-associate, come l’uso preventivo del nuovo anticorpo monoclonale a lunga emivita (Nirsevimab) e l’impiego dei nuovi vaccini contro l’Rsv oggi disponibili. Nel documento le società auspicano che la vaccinazione contro l’Rsv venga inserita nel calendario vaccinale e sia raccomandata negli adulti con più di 60 anni con co-morbosità e negli anziani over 75.

“Ci auguriamo che farmaci e vaccini a disposizione della popolazione (soprattutto anziani e fragili) possano trovare spazio nel calendario vaccinale così da coprire tutte le possibilità preventive che abbiamo a disposizione”, commenta Roberta Siliquini, presidente della Siti e professoressa ordinaria di Igiene presso l’Università degli Studi di Torino.
Attuando politiche vaccinali e preventive, aggiunge, si potrebbero evitare complicazioni derivate dall’infezione e le ospedalizzazioni, in particolare negli anziani.

“L’Italia dovrebbe continuare a investire in prevenzione: i benefici che ne derivano sia sull’economia sia sulla salute pubblica”, riassume l’amministratore delegato di Gsk Italia, Fabio Landazabal. Secondo l’AD, parliamo di un vero e proprio investimento, anche considerando che coloro che hanno più di 50 anni sono ancora produttivi. “Bisogna far sì che, nella prossima manovra finanziaria, si mettano in risalto gli investimenti per le vaccinazioni così da garantire infrastrutture adeguate alla nuova tecnologia. Dobbiamo sfruttare le infrastrutture già presenti come anche le farmacie perché l’obiettivo dovrebbe essere il facilitare la vaccinazione così da raggiungere la copertura ideale e la crescita economica”, ha concluso Landazabal.

 

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