Tra i 2 e i 3 milioni. Sono queste le vite salvate all’anno nel mondo dai vaccini; eppure quasi 19,4 milioni i bimbi non vi hanno accesso e precisamente il 60% vive in 10 paesi: Angola, Congo, Etiopia, India, Indonesia, Iraq, Nigeria, Pakistan, Filippine e Ucraina. Estendendo anche a loro l’immunizzazione, ben 1,5 milioni di vite ogni anno potrebbero essere salvate.
Per promuovere l’importanza delle vaccinazioni tra genitori, personale sanitario, politici e media, si terrà anche quest’anno ad aprile la European Immunization Week 2017 (Eiw), promossa dall’Ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Con lo slogan #Vaccines work, l’edizione di quest’anno è in programma dal 24 al 30 aprile. Rientra nel Global Vaccine Action Plan (GVAP) approvato da 194 Stati membri dell’Assemblea mondiale della sanità nel 2012, che mira a evitare milioni di morti per malattie prevenibili entro il 2020 attraverso l’accesso universale alle vaccinazioni.
Oggi, infatti, ricorda l’Oms, nonostante i miglioramenti nei singoli paesi e un forte tasso globale di introduzione di nuovi vaccini, tutti gli obiettivi per l’eliminazione a livello mondiale di malattie, tra cui il morbillo, rosolia e tetano, sono in ritardo. Ad esempio, nel 2015, circa il 86% dei bambini nel mondo ha ricevuto 3 dosi di vaccino anti difterite-tetano-pertosse, mentre il 64% quello contro l’Haemophilus influenzae tipo b (Hib) che provoca la meningite e polmonite.
La copertura globale contro l’epatite B è circa l’83%. Il vaccino contro lo pneumococcocco, batterio che può provocare meningite, nel 2015 era stato introdotto in 129 paesi entro la fine del 2015, con il 37% della copertura. Contro la poliomelite, che può causare paralisi irreversibile, l’86% dei bambini in tutto il mondo era stato immunizzato. Mentre il vaccino per la rosolia, che se contratta in gravidanza può causare la morte del feto o difetti congeniti, è introdotto in 147 paesi, con copertura al 46%.