(Reuters Health) – Secondo uno studio pubblicato recentemente da Jama Psychiatry, tra il 2005 e il 2018 negli USA è cresciuto fortemente il numero di adolescenti che cercato assistenza psichiatrica per problemi di interiorizzazione.
L’evidenza arriva da un’analisi dei dati di una survey condotta su oltre 200.000 adolescenti tra il 2005 e il 2018.
Lo studio
Ramin Mojtabai e colleghi, della Bloomberg School of Public Health di Baltimora hanno analizzato i dati del National Survey on Drug Use and Health, un sondaggio annuale trasversale su persone di età pari o superiore a 12 anni.
Tra i 230.070 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni, 47.090 hanno ricevuto cure per la salute mentale. Di questi, il 57,5% era di sesso femminile, il 31,3% aveva un’età compresa tra 12 e 13 anni, il 35,8% aveva un’età compresa tra i 14 e i 15 anni e il 32,9% tra i 16 e i 17 anni.
Le cure sanitarie mentali sono aumentate tra le ragazze dal 22,8% al 25,4%, tra gli adolescenti bianchi non ispanici dal 20,4% al 22,7%, e tra chi possedeva un’assicurazione privata dal 19,4% al 21,2%.
I problemi di internalizzazione, compresi l’ideazione suicidaria e i sintomi depressivi, hanno rappresentato una percentuale crescente di richiesta di cure, passando dal 48,3% al 57,8%, mentre i problemi di esternalizzazione sono scesi dal 31,9% al 23,7%.
L’uso dei servizi ambulatoriali di salute mentale è aumentato dal 58,1% al 67,3%, mentre l’uso della consulenza scolastica è sceso dal 49,1% al 45,4%.
“La cosa più importante è la crescente sintomatologia interiorizzante per gli adolescenti – dice Ariella Silver, direttrice della formazione psicologica presso il Mount Sinai Adolescent Healt Center di New York, non coinvolta nello studio – Sappiamo che il suicidio e i tentativi di suicidio sono in aumento. Dobbiamo prenderlo molto sul serio e anche capire che l’adolescenza è un periodo di sviluppo unico”.
Fonte: JAMA Psychiatry
Linda Carroll
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)