Secondo una recente ricerca, le gocce di suolo roccioso formate da riscaldamento derivano più probabilmente dai fuochi domestici dell’età della pietra che da un disastroso impatto cosmico risalente a 12.900 anni fa. Lo studio in questione, effettuato sul suolo della Siria, è stato l’ultimo a screditare la controversa teoria secondo cui un impatto cosmico avrebbe dato origine ad una glaciazione. Il periodo in questione, noto come Younger Dryas, è durato mille anni circa, ed è coinciso con l’estinzione dei mammuth e di altre grandi bestie, nonché con la scomparsa delle tribù Clovis paleo-indiane. Negli anni ’80 alcuni ricercatori hanno avanzato l’idea secondo cui il periodo di freddo che è ricaduto fra due glaciazioni maggiori sia iniziato quando un meteorite o una cometa ha colpito il Nord America. L’analisi del suolo siriano però nega completamente questa teoria: innanzitutto, la composizione delle gocce di scorie era correlata al suolo locale, e non a quello proveniente da altri continenti, come sarebbe stato lecito attendersi da un impatto intercontinentale; in secondo luogo, la struttura delle gocce, il modellamento termodinamico ed altre caratteristiche hanno dimostrato che esse si sono formate in conseguenza di un riscaldamendo modesto, e non delle temperature intensamente elevate che deriverebbero da un grosso impatto; infine, i campioni che sono stati raccolti nei siti archeologici facevano riferimento ad un periodo di origine dell’ampiezza di 3000 anni, ma se vi fosse stato un impatto cosmico essi sarebbero stati connessi tutti ad un’unica data. Dunque, i veri responsabili sono i fuochi domestici; l’area siriana studiata era associata ad insediamenti rurali primevi lungo il fiume Eufrate. La maggior parte dei siti contiente strutture di famgo-mattone, alcune delle quali mostrano segni di fuochi intensi e scioglimento. Lo studio ha concluso che le scorie si sono formate quanto i fuochi si sono fatti strada attraverso edifici composti di un mix di suolo locale e paglia. (J Archeol Sci 2015; 54: 193)
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