E’ stato il funerale di una vittima della febbre emorragica Ebola a diffondere due diversi ceppi del virus dalla Guinea alla Sierra Leone. Lo ha ricostruito la mappa genetica del virus, pubblicata sulla rivista Science, ma già diffusa nella banca dati del Centro Nazionale per le informazioni Biotecnologiche (Ncbi) degli Stati Uniti, in modo da renderla immediatamente disponibili all’intera comunità scientifica. Coordinata dall’università americana di Harvard e dal Massachusetts Institute of Technology (Mit), la ricerca è stata condotta in collaborazione con il ministero della Salute della Sierra Leone. Vi hanno partecipato anche molti ricercatori africani, cinque dei quali sono morti di Ebola prima della pubblicazione dello studio.
Lo studio
I ricercatori hanno inoltre confrontato i dati genetici del virus in circolazione con quelli di 20 ceppi responsabili di alcune epidemie di Ebola avvenute negli ultimi dieci anni. Hanno scoperto così che mentre in passato a scatenare l’epidemia erano i contatti con gli animali che sono il ‘serbatoio’ naturale del virus (come i pipistrelli della frutta), questa volta sono stati soprattutto i contatti da uomo a uomo. Si spiega così, ad esempio, il passaggio dei due ceppi del virus dalla Guinea alla Sierra Leone.
Un virus che muta più che in passato
Rispetto ai loro ‘predecessori’, i nuovi ceppi di Ebola si diffondono più velocemente e è anche emerso che, a differenza di quanto è avvenuto in passato, il virus che sta circolando muta molto facilmente, tanto che ne sono state identificate almeno 300 varianti comparse nei primi 24 giorni della diffusione dell’epidemia in Sierra Leone.