Alcuni farmaci antitumorali moderni hanno alcuni effetti di inibizione delle cellule ‘natural killer’ (Nk), i ‘soldati’ del sistema immunitario, ma i ricercatori dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, dell’Università di Genova, dell’AOU S. Martino IST di Genova e dell’Istituto Gaslini di Genova, hanno scoperto come riattivarle.
Lo studio, finanziato da Airc e pubblicato dalla rivista scientifica Oncotarget, è stato condotto sul melanoma, un tumore in cui si usano terapie combinate. “Proprio nell’ottica di terapie combinate, ci siamo chiesti se l’uso dei nuovi farmaci efficaci nella terapia del melanoma, quali gli inibitori di MEK e BRAF, oltre ad agire contro le cellule tumorali, interferissero con l’attività anti-cancro delle Nk – illustra Gabriella Pietra, dell’Università di Genova – Il nostro studio ha dimostrato una forte compromissione dell’attività Nk da parte dell’inibitore di MEK, solo parziale nel caso di BRAF”.
Le cellule Nk, spiegano gli autori dello studio coordinato da Lorenzo Moretta del Bambino Gesù, possono però essere riattivate. “L’aiuto è venuto da due citochine che fortificano le cellule Nk – spiega Pietra – la IL-15 e la IL-18. Cellule Nk trattate con IL-15 e IL-18, pur in presenza dei farmaci inibitori, sono perfettamente in grado di uccidere cellule tumorali”.