Fermare la crescita di uno dei tumori infantili più temuti e meno curabili sarà presto possibile. Ad arrivare a tale conclusione sono stati i ricercatori del reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico Umberto I, grazie anche al sostegno dell’Associazione per la lotta contro i tumori infantili “Io, domani”. Il tumore in questione è il rabdomiosarcoma ed i ricercatori hanno scoperto che ripristinando livelli normali dell’attività del gene ‘DNMT3B’ la crescita del tumore si ferma.
La ricerca
Il rabdomiosarcoma rappresenta il 5% circa di tutte le neoplasie maligne infantili ed è il sarcoma dei tessuti molli più frequente in età pediatrica. Colpisce soprattutto bambini da 1 a 5 anni, ma anche gli adolescenti e più raramente gli adulti. Il rabdomiosarcoma può svilupparsi in qualsiasi parte del corpo. La sopravvivenza dipende dal tipo di tumore, dalle sue dimensioni, dalla sede di insorgenza, dall’invasione di altri organi.
“Negli ultimi 4 anni il nostro gruppo si è focalizzato sull’analisi di particolari caratteristiche biologiche del rabdomiosarcoma al fine di identificare nuovi possibili bersagli terapeutici – spiega Carlo Dominici dell’Università Sapienza di Roma. Gli studi hanno incluso pazienti diagnosticati e trattati presso la Divisione di Oncologia Pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma, diretta da Anna Clerico. Gli esperti hanno dimostrato per la prima volta che l’attività del gene DNMT3B risulta esageratamente aumentata nelle biopsie dei pazienti con rabdomiosarcoma.
I ricercatori hanno visto che disattivando il gene si può ridurre la crescita delle cellule tumorali, la loro motilità e la loro capacità di formare metastasi. La scoperta apre a interessanti prospettive per l’impiego clinico di protocolli terapeutici mirati a ripristinare il normale funzionamento dell’enzima DNMT3B, conclude Francesca Megiorni che ha condotto il lavoro.