(Reuters Health) – Per la diagnosi del carcinoma a cellule squamose di testa e collo (HNSCC) associato a HPV, la biopsia liquida sarebbe più accurata, più rapida e meno costosa dello standard clinico. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su Clinical Cancer Research da un team guidato da Daniel Faden, del Mass Eye and Ear di Boston (USA).
I ricercatori americani hanno preso in considerazione 70 pazienti con una nuova o sospetta diagnosi di carcinoma a cellule squamose orofaringeo (OPSCC), carcinoma nasofaringeo (NPC) o carcinoma a cellule squamose senonasale (SNSCC) e 70 controlli. Sul sangue dei partecipanti è stata evidenziata l’eventuale presenza di DNA tumorale circolante dell’HPV (ctHPVDNA) e analizzato per diversi genotipi virali.
La sensibilità della biopsia liquida nel rilevare HPV+HNSCC è stata del 98,4% e la specificità del 98,6%; mentre sensibilità e specificità dell’esame ctHPVDNA insieme a imaging/esame fisico sono stati, rispettivamente, del 95,1% e 98,6%. Secondo gli autori, dunque, l’accuratezza diagnostica di un approccio non invasivo è stata significativamente superiore allo standard di cura, secondo l’indice Youden (o,937 vs. 0,707). Inoltre, i costi della biopsia liquida erano inferiori del 36-38% rispetto all’esame clinico standard e l’intervallo diagnostico medio era inferiore di 26 giorni, un parametro che tiene conto di una serie di fattori come “il tempo per essere indirizzati e ricevere un appuntamento con uno specialista, il tempo per programmare la biopsia tissutale, il tempo per la revisione dell’esame da parte di un patologo”, spiega Faden.
“L’attuale approccio diagnostico per questi tipi di tumori è invasivo e ha costi elevati, con sensibilità variabile”, continua Faden. “La diagnosi di HPV+HNSCC può essere difficile da confermare con l’approccio standard, per cui spesso è necessario ripetere la biopsia”, aggiunge l’esperto, secondo il quale “dal momento che la biopsia liquida è estremamente accurata, anche la necessità di ripetere i test sarebbe ridotta. Il tempo trascorso dalla prima presentazione alla diagnosi è stato di 15 giorni, una riduzione del 63%”.
Fonte: Clinical Cancer Research
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)