La conferma arriva dallo studio di fase III Pacific presentato durante il simposio presidenziale della 19/a Conferenza mondiale sul tumore del polmone (Iaslc) a Toronto. Meno 32% di rischio di morte per i pazienti con tumore del polmone in fase avanzata non operabile grazie all’immunoterapico durvalumab appena approvato dalla Commissione Europea. Dai risultati dello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine è chiaro infatti che il farmaco è in grado di ridurre il rischio di quasi un terzo rispetto allo standard di cura per questa fascia di pazienti che in Italia interessa circa 10mila persone l’anno.
Si tratta, affermano gli oncologi, di una svolta decisiva: nello stadio III il tumore non è più limitato al solo polmone, quasi sempre non è operabile ma non ha ancor prodotto metastasi in altri organi. La molecola è la prima a dimostrare un beneficio in sopravvivenza significativo per questi pazienti, potenzialmente guaribili, ma per i quali da 15 anni nessun altro approccio terapeutico si era rivelato in grado di migliorare i risultati della terapia standard di chemio e radioterapia.
“Questi dati confermano durvalumab quale prima immunoterapia che dimostra un beneficio di sopravvivenza globale in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio III, non operabile, dopo chemio-radioterapia. L’annuncio di oggi offre nuove speranze ai pazienti in un ambito dove i tassi di sopravvivenza non sono variati per anni. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni era storicamente del 15% dopo chemio e radioterapia. Il significativo beneficio di sopravvivenza osservato utilizzando il regime adottato nello studio PACIFIC fornisce sicurezza e un valido razionale per un nuovo standard di cura”, ha affermato Scott J. Antonia dell’Oncology Department al Moffitt Cancer Center in Tampa, Florida, e principale autore dello studio. Il tumore del polmone allo stadio III rappresenta circa un terzo dei casi di incidenza e si stima che abbia colpito nel 2017 circa 105.000 individui in otto Paesi (Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti).
Prima dello studio PACIFIC, lo standard di cura consisteva nell’utilizzo di chemio-radioterapia, seguito da una sorveglianza attiva per monitorare la progressione della malattia. Lo studio è stato condotto in 235 centri in 26 Paesi che hanno coinvolto 713 pazienti. Il cancro del polmone è la principale causa di morte per neoplasia tra uomini e donne, rappresentando circa un terzo di tutti i decessi per cancro. In Italia, nel 2017 si sono registrati 41.800 casi per tale neoplasia. Durvalumab è la prima immunoterapia che dimostra un beneficio significativo in sopravvivenza globale per questo tipo di tumore.