Tumore della vescica: efficace l’approccio neoadiuvante prima e dopo la chirurgia

I recenti progressi conseguiti nel trattamento del cancro alla vescica possono offrire una speranza di cura anche ai pazienti con malattia muscolo-invasiva localizzata ad alto rischio. A spiegarlo, in un editoriale pubblicato dal New England Journal of Medicine, è Matthew Milowsky, dell’Università della Carolina del Nord, secondo il quale la possibilità di usare contemporaneamente nuovi trattamenti e biomarker predittivi per selezionare il paziente giusto per una terapia mirata amplia le possibilità di guarigione da questa neoplasia.

Con lo sviluppo degli inibitori dei checkpoint immunitari, il panorama terapeutico del cancro alla vescica è notevolmente cambiato. Questi trattamenti, combinati con la chemioterapia e nuove formulazioni farmacologiche, come i coniugati anticorpo-farmaco, sono notevolmente più efficaci della sola chemioterapia. Ora si comincia a testare le terapie combinate nelle fasi iniziali della patologia.

Milowsky, nel suo editoriale, cita i recenti risultati dello studio NIAGARA – di fase III – che ha valutato l’uso dell’inibitore del checkpoint durvalumab in combinazione con chemioterapia prima e dopo l’intervento chirurgico di rimozione della vescica.

I pazienti trattati con la terapia di combinazione hanno fatto registrare un tasso di sopravvivenza a due anni significativamente più alto rispetto a quelli che hanno ricevuto solo chemioterapia. I pazienti trattati con la combinazione, inoltre, hanno avuto meno recidive del cancro e una maggiore probabilità di progressione libera da malattia.

Fonte: New England Journal of Medicine 2024

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