E’ vissuta 6.000 anni fa in quella che oggi è la Papua Nuova Guinea, ma ancora non si sa se fosse un uomo o una donna: è la prima vittima di uno tsunami della storia ad oggi conosciuta I suoi resti sono stati trovati in una zona ricca di sedimenti che testimoniano l’arrivo di un’onda gigantesca. A ricostruire la causa della morte di questa persona, sono stati i ricercatori guidati da Mark Golitko, dell’Università americana di Notre Dame, che hanno pubblicato il risultato su Plos One.
La ricerca
Si sospettava da tempo che questa persona fosse vittima di una morte violenta, a causa dei segni di una ferita presente sul suo cranio, scoperta per caso nel 1929 dal geologo australiano Paul Hossfeld, che inciampò nei frammenti di un teschio umano mentre camminava in una foresta di mangrovie vicino alla città di Aitape. Questi resti hanno sempre destato l’interesse degli archeologi perché, ha rilevato Golitko, sono fra i più antichi resti umani scoperti nella zona e, di recente, la tecnica di datazione al carbonio 14 ha stabilito che risalgono a circa 6.000 anni fa.
Nel tentativo di risolvere il giallo della morte di questo individuo, i ricercatori sono ritornati sul luogo del ritrovamento, per raccogliere eventuali indizi: in particolare si sono concentrati sui sedimenti marini presenti sul posto. L’analisi ha ”confermato ciò che sospettavamo da tempo”, ha detto il primo autore James Goff, dell’Università del Nuovo Galles del Sud in Australia. I sedimenti sono simili a quelli raccolti dopo lo tsunami che ha colpito la stessa area il 17 luglio 1998.
”Abbiamo scoperto – ha rilevato Goff – che il luogo in cui è stato scoperto il teschio di Aitape, 6.000 anni fa era una laguna che è stata inondata da un devastante tsunami”. Il fenomeno, secondo gli esperti, è stato simile a quello che nel 1998 nella stessa zona ha provocato la morte di più di 2.000 persone, a causa di onde gigantesche che hanno raggiunto zone a 5 chilometri dalla costa.