Il bisogno di antibiotici e l’aumento di super batteri resistenti viaggiano di pari passo. Una vera emergenza sanitaria mondiale che conta, solo tra Europa e Stati Uniti, 50.000 vittime l’anno e che si prevede possa portare alla morte di 10 milioni di persone da qui al 2050. Per far fronte a tale fenomeno, uno degli strumenti di lotta è l’informazione. Ecco perché l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha deciso di lanciare la prima settimana mondiale di conoscenza sugli antibiotici, che si svolgerà dal 16 al 22 novembre.
Come ha spiegato qualche mese fa l’infettivologo Claudio Viscoli dell’Università di Genova in un convegno a Roma, l’Italia ”su questo fronte non è messa bene con tassi di antibiotico-resistenza elevati. Il problema, però, è che sono sempre di meno i nuovi antibiotici allo studio, mentre i germi diventano sempre più resistenti”. A questo si aggiunge il consumo crescente di antibiotici in tutto il mondo, spinto soprattutto dai paesi in via di sviluppo come Sudafrica o India dove si possono acquistare senza ricetta.
L’Italia è al quinto posto in Europa e tra i paesi a più elevato tasso di microrganismi resistenti. Secondo i dati dello European Centre for Disease Control, assumiamo il 50% in più di antibiotici rispetto alla Gran Bretagna, quasi il doppio della Germania e due volte e mezzo rispetto all’Olanda. Ma nonostante questo, solo 34 paesi su 133 hanno un piano nazionale per combattere la resistenza agli antibiotici, spesso venduti senza ricetta e, secondo il rapporto dell’Oms sul fenomeno pubblicato qualche mese fa, sono ritenuti efficaci da molte persone contro i virus.
”Tutti i tipi di microbi, inclusi virus e parassiti, stanno diventando resistenti ai farmaci”, ha commentato Keiji Fukuda dell’Oms. “Si tratta della più grande sfida contro le malattie infettive e a preoccupare è soprattutto lo sviluppo di batteri che rispondono sempre meno agli antibiotici disponibili”. Obiettivo della campagna Oms, il cui slogan è Antibiotici: maneggiare con cura, è aumentare la consapevolezza globale su questo problema, incoraggiando le migliori pratiche tra cittadini, operatori sanitari, politici e agricoltura. Il messaggio che è che questi farmaci sono una risorsa preziosa da non sprecare. Vanno usati solo per trattare le infezioni batteriche, dietro prescrizione del medico, e presi fino alla fine della terapia.