(Reuters Health) – Le cellule staminali molto potenti dei reni (KSPCs) possono essere “recuperate” nell’urina dei neonati pretermine. È quanto emerge da una ricerca belga pubblicata sul Journal of the American Society of Nephrology.“Il risultato più sorprendente è che l’urina contiene cellule a stati molto precoci dello sviluppo dei reni, che possono essere differenziate ex vivo in cellule renali funzionali”, ci dice la dottoressa Elena Levtchenko della Katholieke Universiteit Leuven di Leuven, in Belgio, autrice dello studio.
La ricerca
I ricercatori avevano già dimostrato che i sedimenti urinari possono servire come sorgente non invasiva di cellule di diverse parti del nefrone, e recentemente le cellule progenitrici dei reni sono state isolate nel fluido amniotico, che è costituito principalmente da urina del feto.
Il team della dottoressa Levtchenko ha ipotizzato che le cellule urinarie dai neonati pretermine (nati prima del completamento della nefrogenesi) possano essere una potente sorgente di progenitrici ad alto potenziale, in confronto alle cellule adulte.
Hanno raccolto l’urina dai neonati pretermine nati a 31-36 settimane di età gestazionale. Metà (51%) dei campioni ha dato vita a crescenti colonie, in confronto a tutti i campioni di fluido amniotico raccolti a 15-22 settimane ed a tre su sette campioni di urina di donne adulte e nessuno dei campioni degli uomini adulti.
I risultati
Le cellule staminali dell’urina di bambini pretermine e del fluido amniotico erano positive ai geni dei progenitori renali SIX2, CITED1, e Vimentin, ed hanno mostrato l’espressione degli antigeni delle cellule staminali mesenchimali sulla superficie della cellula. Le cellule progenitori adulte erano negative per il SIX2.
Lo staining del SIX2 e FOXD1 nelle cellule KSPCs utilizzando l’analisi a citometria di flusso e l’immunofluorescenza hanno confermato l’espressione di questi markers nelle singole cellule a livello delle proteine, hanno riportato i ricercatori sul Journal of the American Society of Nephrology il giorno 3 marzo. I podociti derivati da questi progenitori hanno acquisito una morfologia arborizzata e sono diventati bi o multi nucleati, assomigliando ai podocity isolati dai reni umani.
Quando coltivate in PTEC, le cellule KSPCs hanno dimostrato una significativa soovraregolazione dei geni specifici dei PTEC, incluso un significativo aumento dell’espressione della p-glicoproteina. “L’urina dei bambini prematuri può essere una valida fonte di cellule progenitrici dei reni, e riflette la nefrogenesi che si verifica al momento della nascita”, ha detto la dottoressa Levtchenko. “I prossimi studi dovranno studiare le potenziali applicazioni, la sicurezza, e gli aspetti immunologici delle celllule descritte nel nostro studio”.
“Queste cellule possono essere potenzialmente utilizzate per la medicina personalizzata come sorgente per il trapianto autologo, od essere utilizzate per scopi di ricerca in pazienti con malattie genetiche renali”, dice la dottoressa Levtchenko. “Possono anche essere utilizzate eventualmente per costruire reni artificiali”.
Fonte: Journal of the American Society of Nephrology
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)