(Reuters Health) – La sostituzione valvolare aortica transcatetere (TAVR) è superiore all’intervento chirurgico a cuore aperto nel trattamento dei pazienti con un rischio intermedio di complicazioni. I pazienti che hanno ricevuto l’impianto con la nuova procedura meno invasiva hanno fatto registrare, dopo un anno, un minor numero di ictus e un tasso di mortalità più basso rispetto a quelli la cui valvola è stata sostituita con la chirurgia a cuore aperto. E’ quanto emerge dai risultati del Sapien 3 study, presentato al Congresso della American College of Cardiology di Boston.
La procedura
La procedura, denominata sostituzione valvolare aortica transcatetere (TAVR), è attualmente disponibile solo per i pazienti considerati a rischio di sopravvivenza con l’intervento chirurgico a cuore aperto o ad alto rischio di complicazioni.”La procedura TAVR diventerà il nuovo punto di riferimento per il trattamento della stenosi aortica grave in pazienti a rischio intermedio,” ha dichiarato Vinod Thourani, professore alla Emory University School of Medicine, il ricercatore che ha guidato lo studio . La procedura TAVR consiste nel posizionare la valvola lungo i vasi sanguigni tramite l’utilizzo di un catetere. Lo studio Sapien 3 ha evidenziato che il 3 4,6% dei pazienti che hanno ricevuto la valvola Edwards’ ha avuto un ictus e il 7,4% è deceduto entro un anno dalla procedura. Tra i pazienti trattati, invece, con la chirurgia a cuore aperto, l’8,2% è stato colpito da ictus e il 13% è deceduto.
La chirurgia a cuore aperto tuttavia ha provocato meno perdite dalla valvola e meno rigurgito aortico rispetto alla TAVR, ma poche persone in entrambi i gruppi hanno mostrato questa complicazione, che ha colpito il 1,5% dei pazienti trattati con la procedura TAVR, come ha precisato Thourani.
Fonte: Congress American College of Cardiology 2016
Susan Kelly
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)