Ogni anno in Italia nascono circa 40/50 bambini con atrofia muscolare spinale (SMA), circa 600 in Europa. Questa malattia rappresenta oggi la principale causa genetica di morte infantile in tutto il mondo: se non trattata, la SMA di Tipo 1 determina la morte o la necessità di ventilazione permanente entro i due anni di età in oltre il 90% dei casi. Si tratta di una patologia rara causata dalla mancanza di un gene SMN1 funzionante, con una conseguente perdita rapida e irreversibile di motoneuroni, che compromette le funzionalità muscolari, incluse respirazione, deglutizione e il movimento di base. C’è però una buona notizia per la comunità di famiglie interessate da questa malattia: la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 16 marzo scorso con cui l’Aifa ha ampliato i criteri di rimborsabilità per onasemnogene abeparvovec, rendendolo disponibile anche per i bambini con SMA di tipo 2, oltre che i pazienti con atrofia muscolare spinale di tipo 1 diagnosticati clinicamente, per i quali il farmaco era stato autorizzato nel 2021. Si tratta della prima terapia genica approvata nel nostro Paese, che ha rappresentato una svolta nel trattamento di questa grave patologia.
Con l’estensione delle indicazioni di rimborsabilità, la prima terapia genica approvata in Italia, onasemnogene abeparvovec, è disponibile anche per i pazienti affetti dall’atrofia muscolare spinale di tipo 2 (SMA2) e per i pazienti presintomatici con 3 copie di SMN2 e fino a 13,5 kg. Ampliando così la platea dei piccoli pazienti che potranno accedere a questo trattamento, in un momento in cui lo screening neonatale, fondamentale per la diagnosi tempestiva della patologia, si sta estendendo in sempre più Regioni italiane. Anche se le criticità rimangono: “Oggi è una giornata importante – afferma Anita Pallara, presidente dell’Associazione Famiglie SMA- una terapia già esistente ha avuto un’estensione a una platea più ampia di popolazione di bambini affetti da SMA. E’ un segnale ancora più forte, che ribadisce l’importanza dello screening neonatale esteso: ogni terapia ha dimostrato di essere tanto più efficace quanto più precocemente viene somministrata, prima della comparsa dei sintomi. Oggi abbiamo la possibilità di effettuare un test genetico alla nascita e questo ci permette di individuare i bambini affetti nelle prime ore di vita e i trattamenti possono essere avviati in fase pre-sintomatica portando un cambiamento epocale nelle famiglie. Quindi il nostro appello alla classe dirigente nazionale è quello dell’attuazione del decreto Lea, nel quale è inserito il decreto relativo all’estensione dello screening neonatale esteso”.
A supporto dell’estensione di rimborsabilità è stato determinante il completamento dello studio di fase III SPR1NT, che ha dimostrato come i piccoli pazienti con tre copie del gene di backup SMN2, trattati in modo pre-sintomatico, abbiano raggiunto traguardi motori appropriati alla loro età, inclusa la capacità di stare in piedi e di camminare. Lo stesso studio conferma, inoltre, l’importanza dello screening neonatale per la SMA, che aumenta in modo significativo la probabilità di identificare i pazienti affetti dalla patologia quando sono pre-sintomatici, con un impatto significativo sui potenziali esiti terapeutici. Rendendo possibile somministrare, nei primi giorni di vita, la terapia al 95% di bambini che avrebbero sviluppato, a causa della mutazione genetica, le forme più gravi della patologia (fenotipi SMA1 – SMA2).
“La SMA è una malattia rara devastante che compromette la qualità di vita dei pazienti e dei caregiver – ricorda Roberta Rondena, Country Value & Access Head di Novartis – e impatta in maniera significativa sulla sopravvivenza. Novartis è partita da questo bisogno importante e insoddisfatto per ricerca una terapia che potesse andare alla causa eziopatologica della malattia, fornendo una soluzione per il gene mancante o non funzionante, andando a bloccare la perdita, che poi diventa irreversibile dei motoneuroni, e quindi la progressione della malattia. Abbiamo dimostrato i benefici della terapia genica per quanto riguarda il raggiungimento di tappe fondamentale dello sviluppo motorio dei piccoli pazienti e questo ha portato alla rimborsabilità nella SMA1, la forma più severa che rappresenta il 60% dei casi incidenti. In questi anni sono stati trattati in Italia 125 bambini e nel mondo, inclusi i trial clinici, i programmi di accesso allargato e la pratica clinica, 3.700 bambini. Proprio grazie a questa esperienza e al prolungato periodo di osservazione negli studi clinici, si sono consolidate le evidenze di efficacia e di sicurezza per la terapia genica, consentendo la rimborsabilità per la SMA2. Il nostro impegno è un traguardo ancora intermedio, siamo infatti impegnati affinché l’accesso ai pazienti elegibili al trattamento possa essere appropriato, tempestivo e senza disuguaglianze. La collaborazione con gli attori della salute verte anche sul supportare l’implementazione di percorsi di presa in carico, di diagnosi e di cura più efficienti e a misura di pazienti, soprattutto affinché lo screening neonatale possa essere diffuso su tutto il territorio nazionale: oggi abbiamo 12 Regioni italiani che lo implementano, speriamo che a breve altre si possano aggiungere per individuare la malattia poco dopo la nascita, in una fase pre sintomatica e di intervenire precocemente con un migliore outcome per il bambino”.