Un disordine neurologico che provoca un costante bisogno di muovere le gambe; è questo uno dei sintomi che caratterizzano la sindrome delle gambe senza riposo, al quale si accompagnano formicolii, sensazione di “punture di spillo” e prurito. Con uno studio guidato da Barbara Schormair, dell’Helmholtz Zentrum Mnchen, in uno studio pubblicato su Lancet Neurology, si aprono però nuove prospettive di cura e si fa maggiore chiarezza. Il team internazionale di ricerca ha infatti scoperto 13 nuove varianti genetiche di rischio.
Gli studiosi hanno confrontato i dati genetici di oltre 15.000 pazienti con più di 95.000 persone che fungevano da gruppo di controllo, individuando 13 nuove varianti di rischio genetico. I risultati sono stati poi replicati su un campione di 31.000 pazienti e 287.000 persone nel gruppo di controllo.
“La sindrome delle gambe senza riposo è sorprendentemente comune, ma nonostante ciò, sappiamo poco circa ciò che la provoca e quindi come curarla”, spiega Steven Bell, dell’Università di Cambridge, uno degli autori dello studio- sapevamo già che ha un forte legame genetico, e volevamo esplorare quest’ambito in modo più dettagliato”.
“Le varianti di rischio genetiche che abbiamo scoperto aggiungono maggior peso all’idea che questa condizione sia legata allo sviluppo del nostro sistema nervoso”, aggiunge Emanuele Di Angelantonio, sempre dell’Università di Cambridge.
Si potrebbero aprire nuovi scenari per quanto riguarda la terapia: i ricercatori suggeriscono ad esempio che il controverso farmaco talidomide o altri simili possano offrire potenziali possibilità di trattamento per i maschi o per le donne oltre l’eta’ riproduttiva, ma sottolineano che c’è bisogno di rigorosi test clinici prima di qualsiasi utilizzo.