(Reuters Health) – La mammografia digitale in 3D rileva un numero maggiore di tumori al seno invasivi e riduce il numero dei richiami per ulteriori approfondimenti diagnostici spesso inutili; potrebbe essere usata come standard per lo screening del tumore al seno. È quanto emerge da un ampio studio americano pubblicato sulJAMA Oncology online.”Questi risultati confermano che la mammografia in 3D è la migliore per lo screening del cancro al seno,” ha dichiarato Emily F. Conant della University in Pennsylvania. “Sono un passo avanti importante verso l’informazione delle politiche sanitarie da adottare in modo che tutte le donne possano ricevere la mammografia 3D per lo screening“. In un precedente studio, la dottoressa Conant e colleghi avevano riportato che lo screening delle donne con la digital breast tomosynthesis (DBT) in aggiunta alla mammografia digitale (DM), non solo migliora la diagnosi dei tumori invasivi, ma riduce anche il numero di pazienti che devono tornare per atre indagini potenzialmente inutili.
Lo studio
I ricercatori sono giunti a queste conclusioni dopo aver confrontato retrospettivamente gli approcci diagnostici con i dati relativi a più di 44.000 eventi di screening in quasi 24.000 donne. I dati riportati includevano un intero anno di approcci diagnostici con imaging con la DM solo se negativa, e nei tre anni successivi, quando era stata aggiunta una DBT. Nel corso dell’anno della DM, il tasso di richiamo era 104 per 1.000 screening, significativamente superiore a quello riportato dopo l’adozione della DBT (90 a 92)per 1.000. I tassi di rilevamento del cancro per ogni paziente richiamata è aumentato dal 4,4% con DM al 6,7% con DBT. Il tassi del range di tempo trascorso per l’individuazione del cancro (utilizzano i dati disponibili) è diminuito da 0,7 per 1.000 nelle donne sottoposte a screening con DM a 0,5 per 1.000 nel primo anno di utilizzo della DBT. La differenza non era statisticamente significativa. Il tasso del numero dei richiami per 1.000 è diminuito progressivamente in correlazione all’aumento delle DBT; era 130 considerando uno screening, 78 per due, e 59 per tre.
Fonte: JAMA Oncol 2016
David Douglas
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)