Scoperto nuovo bersaglio contro la fibrillazione atriale

fibrillazione atrialeIl merito va tutto ad una ricercatrice italiana. Barbara Casadei dell’Università di Oxford ha scoperto che una piccola molecola chiamata microRna-31 potrebbe essere un potenziale bersaglio contro la fibrillazione atriale. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Science Translational Medicine.

La scoperta
La fibrillazione atriale attualmente viene trattata con ablazione e farmaci antiaritmici, spiega Casadei, ma queste terapie sono solo indicate per diminuire i sintomi mentre non è stato provato che abbiano un effetto benefico sulle conseguenze della fibrillazione (ad esempio l’ictus). Inoltre molti pazienti non rispondono a questo tipo di cure e per questo sarebbe importante trovare nuovi farmaci più mirati contro tale aritmia. Il gruppo di Casadei ha notato, in studi su tessuti cardiaci animali e umani, che in presenza di fibrillazione atriale, nel cuore è presente un eccesso di microRna-31.

“Indotto dalla malattia stessa (la sua presenza eccessiva è una conseguenza e non una causa della fibrillazione) – spiega Casadei – il microRna-31 promuove il mantenimento della fibrillazione, causando una riduzione nell’atrio (una delle camere del cuore) di due molecole importanti per il ritmo cardiaco (la distrofina e l’enzima che sintetizza l’ossido nitrico). Quindi è la riduzione di ossido nitrico causata appunto dall’azione del microRna che perpetua e peggiora la fibrillazione atriale. Un farmaco mirato contro questo piccolo Rna – conclude – potrebbe senz’altro divenire un’adiuvante nella terapia fisica (l’effetto della quale è limitato nel tempo)”.

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