Il meccanismo che scatena una delle reazioni più comuni dell’organismo è la sequenza di segnali che viene attivata ‘in caso di emergenza’ dalla famiglia di sostanze-spia delle infiammazioni, le prostaglandine, prodotte dai vasi sanguigni del cervello. La scoperta, che apre la via alla possibilità di mettere a punto farmaci più efficaci, si deve al gruppo dell’università svedese di Linkoping coordinato da Daniel Björk Wilhelms, che ha pubblicato lo studio sul Journal of Neuroscience.
Il meccanismo che genera la febbre
La febbre è una risposta ad un’infiammazione, ma ”nel caso di gravi infezioni – spiega David Engblom, uno dei ricercatori – può essere una cosa buona”. Già 11 anni fa Engblom aveva scoperto il meccanismo dietro la formazione delle prostaglandina E2 durante la febbre. Queste molecole-spia non possono attraversare la barriera fatta di vasi sanguigni, che protegge il cervello da sostanze pericolose. Il ricercatore svedese ha dimostrato invece che le prostaglandine possono essere sintetizzate da due enzimi presenti nei vasi sanguigni del cervello, prima che si spostino all’ipotalamo, dove si trova il ‘termostato’ del nostro corpo.
Il nuovo studio
In questo nuovo studio i test sono stati condotti su topi privi degli enzimi COX-2 e mPGES-1 nei vasi sanguigni cerebrali. Una volta infettati gli animali con tossine batteriche, i ricercatori hanno visto che la febbre non compariva, mentre gli altri sintomi dell’infiammazione sì. ”Ciò dimostra – prosegue Engblom – che le prostaglandine responsabili della febbre si formano nella barriera sangue-cervello e da nessun’altra parte”.