Un gruppo di scienziati italiani all’estero ha scoperto gli attori in gioco nella degenerazione dei nervi tipica di alcune patologie come la neuropatia diabetica (complicanza frequente del diabete che può interessare le gambe) o a seguito di alcuni chemioterapici, e che ha meccanismi in comune con malattie come Alzheimer e Parkinson. Si tratta, spiega Laura Conforti dell’Università di Nottingham che ha pubblicato la ricerca sulla rivista Cell Reports, di due molecole, NMD e SARM1, che interagendo provocano l’ingresso di un eccesso di ione calcio nel neurone, danneggiandolo. “In particolare – spiega la scienziata – abbiamo scoperto in che modo queste molecole agiscono insieme e come portano alla degenerazione degli assoni”, che sono i ‘ponti di comunicazione’ dei neuroni. La degenerazione dei nervi può essere scatenata da vari agenti esterni (ad esempio chemioterapici) o dal diabete ad esempio. Gli autori del lavoro, quasi tutti italiani, hanno scoperto che queste ‘molle esterne’ fanno scattare NMD che a sua volta attiva la proteina SARM1. NMD e SARM1 danno il via alla degenerazione e lo ione calcio svolge il ruolo di esecutore del danno. ”Abbiamo anche dimostrato – spiega Conforti – che prevenendo farmacologicamente la formazione di NMN, la degenerazione dei nervi si blocca”. Nella ricerca, che potrebbe avere un potenziale terapeutico in molti disturbi neurologici, conclude Conforti, ha avuto un ruolo importante un altro italiano, il dottorando Andrea Loreto.
prevenendo la formazione di NMN ?
o NMD?
Grazie