(Reuters Health) – Gli effetti sul QI dell’esposizione al piombo durante l’infanzia sono ben noti, ma a questo elemento chimico possono essere legati anche altri effetti duraturi, che condizionano tratti della personalità da adulti. È la conclusione cui è giunto in nuovo studio USA pubblicato da JAMA Psychiatry, che ha preso in esame più di 500 neozelandesi, i cui livelli di piombo nel sangue sono stati testati quando erano bambini.
Ebbene, quelli con livelli più alti da bambini avevano più probabilità di avere tratti di personalità legati a condizioni di vita peggiori, tra cui patologie psichiatriche, una salute fisica scadente, una peggiore qualità della vita caratterizzata da scarsa soddisfazione lavorativa e relazioni interpersonali problematiche.
“Abbiamo preso in considerazione persone nate decenni fa, quando il piombo era ancora molto presente nella nostra atmosfera”, spiega Aaron Reuben, della Duke University di Durham, nel North Carolina, autore principale dello studio. “Ci siamo chiesti: se una persona è stata esposta al piombo nell’infanzia, questo può influenzarla nell’età adulta in termini di salute mentale e personalità?”.
Lo studio
Il team guidato da Aaron Reuben ha analizzato i dati di un ampio studio sulla salute multigenerazionale, condotto su 579 persone nate nel 1972 e 1973 a Dunedin, in Nuova Zelanda. I partecipanti sono stati sottoposti all’età di 11 anni ad esami del sangue per ricercare presenza di piombo, e successivamente, in età adulta, sono stati intervistati ogni 2-6 anni per verificare la presenza di indicatori di disturbi mentali.
È stato anche chiesto loro di nominare alcune persone che li conoscevano bene per descriverli, usando un questionario di 25 domande in grado di misurare cinque tratti della personalità: nevroticismo, estroversione, apertura all’esperienza, gradevolezza e coscienziosità.
I risultati
Dai risultati è emerso che le persone che avevano livelli di piombo più alti da bambini “erano un po’ più nevrotiche, un po’ meno gradevoli, un po’ meno coscienziose. Tutti fattori – osserva Reuben – che influenzano la qualità del lavoro e le relazioni interpersonali.”
Lo studio ha messo in evidenza come ogni aumento di 5 microgrammi per decilitro dei livelli di piombo nel sangue all’età di 11 anni fosse associato a un aumento del 34% nell’adulto delle probabilità di sintomi psicopatologici generali, come il pensiero disordinato, e con piccoli aumenti dei livelli di nevroticismo e minore gradevolezza e coscienziosità.
I livelli massimi di piombo nell’aria – ricorda il team di Reuben su Jama Psychiatry -coincidevano con il suo uso nella benzina tra gli anni ’40 e i primi anni ’90. Dal 1976 al 1980 – precisano – il bambino medio negli Stati Uniti aveva livelli di piombo nel sangue tre volte superiori all’attuale standard di attenzione clinica.
I commenti
Joel Nigg, professore di psichiatria, pediatria e neuroscienze comportamentali presso l’Oregon Health e Science University di Portland, non coinvolto nello studio, fa notare che i livelli di piombo di quegli anni erano “molto più alti rispetto a quelli odierni, circa 10 volte maggiori rispetto a quelli che si riscontrano nei bambini americani oggi. Tuttavia – aggiunge l’esperto– ci sono molti lavori che mostrano che livelli molto più bassi di piombo sono legati a problemi di salute mentale nei bambini. Anche se non abbiamo dati longitudinali, i dati a corto raggio mostrano gli stessi tipi di effettioanche a bassi livelli di piombo”.
Le ricerche condotte da Nigg hanno dimostrato che la genetica può avere un ruolo nell’impatto dell’esposizione al piombo. “L’effetto del piombo sullo sviluppo può essere molto diverso a seconda del proprio patrimonio genetico”, puntualizza lo studioso. “Ciò significa che gli effetti misurati in uno studio come quello condotto da Reuben potrebbero essere più grandi per alcuni bambini, e più piccoli per altri, rispetto alla media riportata”.
Fonte: JAMA Psychiatry
Linda Carroll
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)