Con l’obiettivo di dare il proprio contributo alla fase post emergenza Covid della sanità italiana, Roche lancia una nuova challenge all’interno di HealthBuilders, il programma di Open Innovation rivolto a realtà innovative (enti pubbici o privati, startup, PMI, ecc.), che siano in grado di rispondere ai nuovi bisogni attraverso progetti di cui sia già stata testata la validità, tramite un Proof of Concept, e i cui risultati siano già evidenti e presentabili.
Durante il lockdown il 50% delle visite di controllo è stato posticipato o annullato, così come le procedure ambulatoriali; si sono dimezzate le nuove diagnosi di tumore (20.000 in meno rispetto alle 370.000 dello stesso periodo nel 2019) e il 64% degli interventi chirurgici è stato rimandato, con immaginabili ripercussioni sui tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie e trattamenti di follow-up.
HealthBuilders – che quest’anno giunge alla seconda edizione – vuole ricercare soluzioni che si concentreranno sull’ottimizzazione dei servizi offerti nei centri sanitari, negli ospedali e nelle cliniche specializzate e sulla gestione innovativa del paziente e delle cure a lui dedicate.
L’obiettivo di Roche è quello di sviluppare, insieme alle realtà più all’avanguardia a livello internazionale, progetti che creino maggiore efficienza nei processi e nella fornitura di servizi, come soluzioni per la riduzione del tempo di attesa all’interno della struttura, il supporto logistico dei pazienti per raggiungere in sicurezza i centri, il sostegno e l’ottimizzazione del percorso di cura per nuove diagnosi, il miglioramento dei servizi erogati dalla struttura per evitare assembramenti, la gestione di screening ed esami preventivi per diagnosi di patologie in fase precoce, la delocalizzazione delle cure ospedaliere, il monitoraggio e il supporto a domicilio o in remoto dei pazienti.
In occasione del lockdown Roche ha collaborato con molte delle realtà che hanno preso parte alla prima edizione di HealthBuilders.
Tra queste, Ugo, start up partner di Roche che è stata immediatamente reclutata a inizio emergenza per studiare soluzioni che minimizzassero gli spostamenti dei pazienti e dei loro caregiver; Nuvoair – fra i finalisti dell’edizione 2019 – che ha messo a punto uno spirometro digitale e una app per il monitoraggio del paziente con problemi respiratori e grazie a un percorso di accelerazione ha adattato la soluzione tecnologica al paziente con fibrosi cistica, particolarmente esposto ai sintomi da COVID-19; e PatchAI con cui Roche ha recentemente lanciato Smart Health Companion, una soluzione digitale per la presa in carico, la gestione, il monitoraggio e la cura del paziente onco-ematologico, anche a distanza.
“Questa emergenza sanitaria ha profondamente modificato l’interazione medico-paziente e medico-medico subordinando la scelta della modalità a considerazioni rischio/beneficio e rendendo quindi la scelta dell’interazione “di persona” non necessariamente preferibile. Ogni momento del percorso di cura (diagnosi, consegna del trattamento, somministrazione, monitoraggio) deve quindi essere profondamente rivisto con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei pazienti accanto all’efficacia della prestazione. Per fare questo occorrono nuove soluzioni e nuove competenze e con il programma Roche HealthBuilders stiamo cercando le migliori disponibili a livello internazionale – osserva Elia Ganzi, Integrated Customer Management Director di Roche Italia. – Non si tratta di un evento spot ma di un impegno che l’intera azienda vive con dedizione e responsabilità. Siamo convinti che l’Open-Innovation sia un imprescindibile fattore abilitante di sostenibilità e centralità del cliente per l’intero Sistema Sanitario Nazionale”.