(Reuters Health) – I risultati dei test non-invasivi per predire la malattia coronarica sono paragonabili a quelli ottenuti con l’angiografia coronarica invasiva classica. A dimostrarlo è uno studio pubblicato da Radiology e coordinato da Joao Lima della Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora.
Lo studio
Per lo studio, sono state prese in considerazione 379 persone che si erano sottoposte ad angiografia coronarica invasiva tra il 2009 e il 2011. Prima di questa procedura tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti anche ad angio TC, a una TC miocardica a perfusione sotto stress e a una tomografia ad emissione (SPECT). Lima e colleghi hanno quindi messo a confronto il valore della angio TC insieme alla TC miocardica rispetto a angiografia invasiva e SPECT nella capacità di predire il rischio cardiovascolare. Il 13,5% dei pazienti ha avuto un evento cardiovascolare importante. A due anni, i pazienti che non avevano avuto eventi cardiovascolari gravi erano il 94% dei pazienti negativi alla angio TC e alla TC con perfusione, contro l’83% di quelli positivi a entrambi i test. Il risultato è stato simile, 93% contro 77%, tra i pazienti rispettivamente negativi e positivi ad angiografia invasiva e SPECT. Inoltre, una differenza statisticamente significativa nella sopravvivenza è stata vista tra i pazienti senza stenosi ostruttiva e quelli con tre vasi con stenosi alla angio TC e alla TC con perfusione e alla combinazione di angiografia invasiva e SPECT.
Fonte: Reuters Health
Autore: Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)