A volte ritornano e, in questo caso, prepotentemente. Il nemico è il morbillo. A fronte degli 844 casi segnalati nel 2016 in Italia, dall’inizio dell’anno sono già stati registrati più di 700 casi, un incremento di oltre il 230% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui se ne erano verificati 220.
Le regioni più colpite sono il Piemonte, il Lazio, la Lombardia e la Toscana. Più della metà dei malati sono fra i 15 e i 39 anni. E’ la conseguenza dell’abbandono della vaccinazione da parte di genitori che sempre di più respingono l’offerta vaccinale, nonostante gli allarmi e la mancanza di qualsiasi prova scientifica sui presunti rischi.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che rende noti i dati, parla di urgenza: “Serve applicare subito il nuovo piano vaccinale”. E dall’ospedale Bambino Gesù di Roma arriva la conferma di un forte aumento dei ricoveri anche fra i più piccoli, anche con gravi complicanze.
“Il Ministero attiverà ogni possibile procedura per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni”, avverte il ministro della Salute.
Secondo i dati Unicef, il morbillo uccide ogni anno circa 132.000 bambini: 15 all’ora, ogni ora di ogni giorno dell’anno. Nonostante il Piano di eliminazione della malattia sia partito nel 2005 e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi (coorte 2013) è stata dell’85,3% (con il valore più basso, pari al 68%, registrato nella PA di Bolzano, e quello più alto in Lombardia, con il 92,3%), ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione, riferisce il ministro. Il Ministero della Salute è preoccupato anche per i casi “a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari”.
Pochi mesi fa uno studio americano dell’Università della California (Ucla), che ha utilizzato i dati di una grande epidemia di morbillo avvenuta in California intorno al 1990, aveva svelato un volto particolarmente aggressivo del virus, considerato a
torto una semplice malattia dell’infanzia. Il morbillo è infatti più pericoloso di quanto già si sapesse.
Encefaliti croniche e letali dovute a questa patologia sono più frequenti di quanto finora ritenuto, al punto che tra i bimbi che contraggono la malattia sotto i sei mesi possono verificarsi in un caso su 600. “Se la copertura vaccinale continuerà a calare – spiega Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia – c’è il rischio concreto di tornare a vedere nel nostro paese scene che speravamo di avere scacciato per sempre: famiglie che piangono la scomparsa di un figlio. Non esiste una medicina specifica per combatterlo, e nei bambini più piccoli e con difese immunitarie più fragili, può avere complicanze letali”.