Dieci ricercatori delle Università di Trento e di Washington per la prima volta hanno creato una proteina ingegnerizzata (della famiglia Rbfox) che è in grado di legarsi a un particolare tipo di acido nucleico (miR-21, elemento associato allo sviluppo di cellule tumorali), come una chiave con la sua serratura e che, una volta dentro la cellula tumorale, riesce a inibirne lo sviluppo.
La scoperta, pubblicata in questi giorni in uno studio sulla rivista scientifica Nature Chemical Biology, è il risultato di una collaborazione internazionale tra il laboratorio diretto da Paolo Macchi (Lab of Molecular and Cellular Neurobiology, Centro per la biologia integrata – Cibio, Università di Trento) e quello diretto da Gabriele Varani (Department of Chemistry, Washington University).
“L’interazione tra proteine e acidi nucleici (in particolare RNA) – spiega Macchi- è molto complessa e capire come ciò avvenga e come sia regolata permette di creare, ad esempio, molecole ingegnerizzate con nuove proprietà biologiche, per scopi non solo di ricerca, ma anche terapeutici”.
“Il lavoro – aggiunge – è importante poiché esalta ancora una volta il valore e le ricadute applicative della ricerca di base. La ricerca di base ha permesso di conoscere la struttura delle regioni delle proteine coinvolte nell’interazione con gli acidi nucleici. L’aver messo insieme e con successo conoscenze e competenze dei nostri gruppi di ricerca provenienti da settori diversi della biologia è stato stimolante ed estremamente interessante”.