Chiedere di partecipare a un’indagine online prima di un appuntamento può aiutare chi si occupa di salute mentale a identificare precocemente i giovani a rischio di psicosi. È quanto emerge da una ricerca condotta da un team dell’Università della California e pubblicata da JAMA Psychiatry.
L’individuazione precoce del paziente, però, non riduce il tempo dalla comparsa dei primi sintomi psicotici e dall’avvio di un trattamento.
Secondo il National Institute of Mental Health degli USA, le psicosi fanno il loro esordio tra la fine dell’adolescenza e la metà dei vent’anni.
Per lo studio il team dell’Università della California – guidato da Tara A. Niendam – ha tenuto conto dei dati afferenti da dieci cliniche di comunità e da quattro istituti scolastici.
Le strutture sono state divise tra quelle che usavano un tablet per lo screening, nelle quali sono stati individuati 2.432 persone, e quelle che ricorrevano solo al giudizio clinico, coinvolgendo, in questo caso, 2.455 individui.
Nei siti con screening prima della visita, le persone tra 12 e 30 anni completavano un questionario su un tablet. Se il punteggio al questionario era di 20 o più, il partecipante veniva segnalato presso una clinica per psicos, per ulteriori valutazioni.
Dai risultati è emerso che nei contesti in cui si usavano i questionari è stato individuato un maggior numero di casi di disturbi dello spettro delle psicosi, con il 5,6% contro il 2,6% dei siti che ricorrevano al solo giudizio clinico. Lo screening con il tablet, infine, è riuscito ad individuare 13 studenti con primi episodi di psicosi, rispetto ai quattro individuati negli istituti che ricorrevano al solo giudizio clinico.
Fonte: JAMA Psychiatry 2023