(Reuters Health) – L’esperienza sociale della migrazione potrebbe essere associata all’insorgenza di psicosi mediata da un aumento di dopamina nello striato cerebrale. Questo quanto evidenziato da due studi complementari condotti in Canada e Regno Unito, i cui risultati sono stati pubblicati su Schizophrenia Bulletin.
Nello studio canadese sul rilascio di dopamina, sono stati coinvolti 25 immigrati e 31 non immigrati, tra cui 23 partecipanti ad elevato rischio clinico per lo sviluppo di psicosi (Chr), nove pazienti affetti da schizofrenia naïve ai trattamenti con antipsicotici, e 24 volontari sani. Romina Mizrahi della University of Toronto e colleghi hanno osservato un rilascio aumentato di dopamina in risposta a stress negli immigrati, rispetto ai partecipanti autoctoni (P = 0,006), con effetto particolarmente marcato sul gruppo di pazienti Chr (p = 0,04). In particolare, nei migranti è stato osservato un aumento significativo del rilascio di dopamina indotto da stress nello striato associativo (AST) (P = 0,006), nel corpo ventrale dello striato (LST) (p = 0,03), e nell’area sensorimotoria dello striato (SMST) (p = 0,05). Inoltre, un’analisi di visualizzazione dei dati (secondo Voxel) ha mostrato un significativo rilascio di dopamina striatale indotta da stress negli immigrati, ma non nei controlli non immigrati. Infine, ulteriori analisi (analisi secondaria della varianza) che hanno messo a confronto il rilascio di neuroni tra i non immigrati e gli immigrati di prima e di seconda generazione, hanno mostrato un effetto significativo dell’immigrazione sul rilascio di dopamina striatale (P = 0,046), riscontrato principalmente negli immigrati di prima generazione.
Nel secondo studio, invece, sono stati coinvolti 32 immigrati nel Regno Unito e 44 britannici, di questi 50 partecipanti CHR e 26 volontari sani. In questo studio in particolare si è visto che la capacità di sintesi della dopamina era maggiore tra gli immigrati, rispetto ai non immigrati (P = 0,03), e nei partecipanti del gruppo CHR rispetto ai partecipanti sani (P = 0,06), ma lo status di immigrazione non mostrava interazioni significative nel gruppo CHR. In questa popolazione, l’analisi secondaria della varianza nel confronto tra non immigrati di prima e immigrati di seconda generazione ha mostrato ancora una volta un significativo effetto globale dell’immigrazione sulla capacità di sintesi della dopamina da parte dello striato (P = 0,047), questa volta principalmente a causa di una elevata capacità di sintesi di dopamina negli immigrati di seconda generazione rispetto ai non immigrati (P = 0,04), mentre la capacità di sintesi della dopamina è risultata simile tra immigrati di prima generazione e non immigrati (P = 0.91) o immigrati di seconda generazione (P = 0,23).
“Questi dati forniscono per la prima volta la prova che l’effetto della migrazione sul rischio di sviluppare una psicosi può essere mediato da un aumento della dopamina cerebrale”, scrivono gli autori nel loro articolo. “I fattori sociali come l’immigrazione influenzano le funzioni del cervello, come la sintesi e il rilascio della dopamina, e sono fattori di rischio per l’insorgenza di una psicosi. E’ dunque probabile che interventi sociali mirati in queste popolazioni possano potenzialmente ridurre il rischio di psicosi”, conclude Mizrahi.
Fonte:
Schizophrenia Bull 2017
By Lorraine L. Janeczko
(Versione Italiana Quotidiano Sanità / Popular Science)