(Reuters Health) – Nei pazienti con disturbi psichiatrici, il rifiuto delle cure o l’interruzione precoce dei trattamenti sono meno frequenti se alle terapie farmacologiche è abbinata la psicoterapia . E’ quanto emerge da una revisione sistematica di 186 prove comparative. Il rifiuto del trattamento (quando a un paziente viene offerto un intervento ma poi non riesce a iniziarlo o proseguirlo) e l’interruzione precoce (quando un paziente interrompe da solo la terapia contro le raccomandazioni dell’operatore e prima del recupero) sono fattori importanti, perché gli effetti della psicoterapia possono svanire se non si arriva all’individuazione del problema che ha portato a richiedere una consulenza psichiatrica.
La revisione
Joshua K. Swift e colleghi, dell’ Idao State University di Pocatello, hanno confrontato i tassi di rifiuto del trattamento e l’abbandono prematuro con la psicoterapia, la farmacoterapia e la combinazione delle due oltre alla terapia con placebo, per una ampia gamma di disturbi di carattere psichiatrico. Il team di ricercatori ha riferito sulla rivista Psicotherapy che in 57 studi che prendevano in esame 120 condizioni psicologiche, i tassi di rifiuto del trattamento variavano da 0% al 58%, con una notevole eterogeneità. “In tutti gli studi abbiamo trovato un tasso medio di rifiuto del trattamento dell’8,2% – hanno osservato i ricercatori – e anche se questa percentuale può sembrare piccola, è importante ricordare che questi pazienti avevano già accettato di aderire a uno dei trattamenti che sarebbe stato loro assegnato”. I partecipanti assegnati alla terapia farmacologica hanno avuto il 76% di probabilità in più di fallire nell’inizio del trattamento rispetto a quelli assegnati alla sola psicoterapia. Il rifiuto della farmacoterapia (rispetto alla sola psicoterapia) è stato 2,16 volte maggiore in caso di depressione, 2,79 volte maggiore nel disturbo di panico e 1,97 volte maggiore nel disturbo d’ansia. I tassi di rifiuto non differivano signifcativamente tra sola psicoterapia e combinazione o tra sola farmacoterapia e combinazione.
I tassi di interruzuione anticipata variavano da 0% a 68,75%, con significativa eterogeneità. I Pazienti assegnati alla sola terapia farmacologica hanno avuto il 20% in più di probabilità rispetto a quelli assegnati alla psicoterapia, di interrompere il loro trattamento anticipatamente. L’interruzione precoce della farmacoterapia da sola, rispetto alla sola psicoterapia, è stata 2,46 volte più elevata in caso di anoressia/bulimia e 1,26 volte maggiore in caso di disturbo depressivo. I pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo hanno avuto il 50% delle probabilità di abbandonare la terapia se assegnati alla psicoterapia rispetto all’intevento combinato, e i pazienti con disturbo da stress post-traumatico hanno avuto 10,8 probabilità in più di interrompere precocemente la farmacoterapia rispetto alla psicoterapia combinata con placebo.
Le evidenze
“Quando si tratta di psicoterapia contro terapia farmacologica, penso sia importante considerare sempre le preferenze del paziente – ha osservato Swift – Tuttavia, per fare in modo che i pazienti siano in grado di condividere le loro preferenze, psicologi e psichiatri devono offrire le informazioni necessarie su tutte le opzioni di trattamento Il dialogo permette ai pazienti di sentirsi più a proprio agio nel condividere le proprie preferenze e ciò che potrebbe funzionare meglio per loro e permette anche ai medici di affrontare meglio gli ostacoli da parte dei pazienti che utilizzano uno o l’altro trattamento. Inoltre, i pazienti saranno più propensi ad impegnarsi e a portare a termine il trattamento che iniziano”. La ricerca ha stabilito che la psicoterapia è altrettanto efficace del farmaco nella maggior parte dei disturbi psicologici, e adesso questa meta-analisi fornisce ulteriori prove in tal senso, anche rispetto al fatto che i pazienti sono più disposti a impegnarsi nella psicoterapia.
Fonte: Psychotherapy
Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)