Con il Covid potrebbe essersi ridotto l’uso improprio di antibiotici, pericoloso perche’ favorisce la diffusione di resistenze farmacologiche. Infatti uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases e contemporaneamente presentato al congresso della Societa’ europea di microbiologia clinica e malattie infettive in corso a Lisbona ha evidenziato che le prescrizioni ambulatoriali di antibiotici hanno subito un calo significativo del 38% durante la pandemia.
Condotto da Jack Skeggs, del Monash Infectious Diseases, Monash Health, a Clayton, in Australia, lo studio si e’ basato sull’analisi del 10% di tutte le prescrizioni ambulatoriali di antibiotici dal 2018 al 2021. Ebbene, e’ emerso che, mentre prima della pandemia ogni inverno si osservava un picco del +29% di prescrizioni di antibiotici ogni inverno rispetto all’estate, questo picco di fatto e’ stato azzerato negli anni della pandemia. Inoltre e’ emerso che con la pandemia in inverno il calo prescrittivo e’ stato mediamente del 38% rispetto agli inverni pre-pandemici (1432000 prescrizioni nell’inverno 2020 contro 2313000 nell’inverno 2019).
A calare sono state soprattutto le prescrizioni di antibiotici per le infezioni del tratto respiratorio come l’amoxicillina (prescrizioni piu’ che dimezzate in inverno con la pandemia rispetto all’inverno 2018 e a quello 2019). È emerso che praticamente tutto il calo prescrittivo riguarda le prescrizioni scritte dal medico di base ed e’ avvenuto in tutti gli stati australiani, indipendentemente dalle differenti misure prese per il covid (non tutti gli stati in Australia hanno fatto il lockdown) e indipendentemente dai casi di covid registrati nei diversi stati. Secondo gli esperti questo significa che il calo prescrittivo e’ indipendente dalle misure di distanziamento adottate o da eventuali riduzioni del ricorso al medico di base durante la pandemia per paura del Covid, ma almeno in parte a una maggiore appropriatezza prescrittiva intervenuta durante la pandemia.