(Reuters Health) – Gli esami di follow-up invasivi, effettuati per approfondire le anomalie riscontrate negli screening per tumore al polmone, potrebbero produrre maggiori complicanze e aumentare i costi sanitari rispetto a quanto generalmente stimato dai medici. È quanto sostiene uno studio statunitense pubblicato da JAMA Internal Medicine.
Lo studio
Il team di ricercatori guidato da Ya-Chen Tina Shih, dello University of Texas Anderson Cancer Center di Houston, ha esaminato i dati a livello nazionale di 344.510 pazienti, di età compresa tra i 55 e i 77 anni, che il 2008 e il 2013 si sono sottoposti a procedure diagnostiche invasive per il sospetto di un tumore al polmone.
Nel complesso, circa il 22% dei pazienti sotto i 65 anni e quasi il 24% di quelli con un’età più avanzata ha presentato complicanze dopo gli esami di follow up.
I tassi di complicanze sono risultati doppi rispetto a quelli segnalati nello studio pivotale – condotto negli USA nel 2011 – sullo screening del tumore al polmone effettuato con Tc a basso dosaggio, sulla base del quale sono state redatte le attuali raccomandazioni in termini di screening.
I tassi di complicanze nello studio oscillano da circa il 19% dopo le agobiopsie, al 52% dopo un esame caratterizzata da un’incisione chirurgica.
I costi delle complicanze sono compresi in un range che va dai 6.320 dollari ai 56.845 dollari, in base a gravità, età del paziente e tipo di procedura di follow-up.
I commenti
“Considerate le probabili complicanze dopo gli esami di follow-up, i pazienti, si dovrebbe tener conto degli eventuali benefici di uno screening invasivo”, dice Mark Ebell, ricercatore presso la University of Georgia di Athens non coinvolto nello studio.“I pazienti che possono beneficiare maggiormente da questo tipo di screening sono i fumatori di età compresa tra i 60 e i 69 anni”.
Fonte: JAMA Internal Medicine, online 14 gennaio 2019
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)