(Reuters Health) – Troppo brevi i tempi per la dimissione delle donne dopo il parto. Le 24 ore di degenza consigliate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, a seguito di un parto naturale, non sarebbero rispettate in almeno l’83% dei casi, a seconda del Paese di provenienza. Lo stesso problema riguarderebbe il 75% delle donne che partoriscono con un taglio cesareo. A dimostrarlo i dati raccolti da una recente analisi pubblicata su PLOS Medicine.
“In alcuni Paesi le donne vengono dimesse troppo presto”, ha dichiarato la coordinatrice dello studio Oona Campbell della London School of Hygiene and Tropical Medicine che spiega alla Reuters Health che l’obiettivo della ricerca è assicurare le migliori cure alla partoriente. “La durata del ricovero è una delle cose che stiamo cercando di verificare”, ha sottolineato.
Lo studio
Campbell e colleghi hanno analizzato la media di permanenza in ospedale dopo il parto in 92 Paesi, inclusi 42 a medio reddito e 10 a basso reddito. Nei Paesi in via di sviluppo, il ricovero dopo un parto naturale durerebbe da mezza giornata, come nel caso dell’Egitto, fino a oltre sei giorni, come accade in Ucraina. Mentre a seguito di un cesareo, sempre nei Paesi più poveri, i tempi di ospedalizzazione variano da due giorni e mezzo, in Egitto, a 10 in Ucraina. I lunghi ricoveri registrati nel Paese ex sovietico sarebbero dovuti alle vecchie norme adottate vigenti prima dello scioglimento delle Repubbliche Sovietiche. Nei Paesi sviluppati, invece, il Regno Unito fa registrare i tempi più brevi di ospedalizzazione, con dimissioni dopo parto naturale a un giorno e mezzo dalla nascita del bambino.
Campbell ha dichiarato che lo studio non verifica la qualità delle cure ricevuta, ma tempi di degenza troppo brevi o troppo lunghi possono comunque mettere a rischio la donna e il neonato. Per esempio, stare troppo a lungo in ospedale potrebbe aumentare il rischio di contrarre infezioni, ha spiegato l’esperta. “Dall’altro lato vorremmo che le donne stessero abbastanza a lungo da essere sicure che non abbiano emorragie, che il bambino mangi e che non abbia l’ittero – ha precisato –. Ci sono così molte ragioni per avere bisogno di un periodo di ricovero più lungo”. Chris Glantz, un esperto di gravidanze ad alto rischio che non era coinvolto nello studio, ha dichiarato alla Reuters Health che diversi fattori entrano in gioco quando si decide di dimettere una donna dopo il parto, almeno negli Stati Uniti. “Non c’è una modalità unica per tutte le donne”, ha sottolineato Glantz dell’University of Rochester Medical Center di New York, secondo il quale le donne e i loro partner dovrebbero parlare con i medici e gli operatori sanitari ospedalieri sulle regole generali e le aspettative. Inoltre, i medici dovrebbero dare alle donne una previsione sulla durata del loro ricovero, ma è importante la flessibilità sulla data in cui potranno tornare a casa.
Fonte: PLOS Medicine
Andrew M. Seaman
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)