Le persone che prendono peso o dimagriscono subito dopo una diagnosi di malattia di Parkinson possono avere una maggiore probabilità di andare incontro a cambiamenti nella loro capacità di pensare rispetto alle persone che mantengono costante il loro peso.
È la conclusione cui è giunta una ricerca guidata da Jin-Sun Jun, del Kangnam Sacred Heart Hospital di Seul, in Corea del Sud, e pubblicata da Neurology.
Lo studio ha coinvolto 358 persone che avevano ricevuto una diagnosi di malattia di Parkinson e non avevano ancora iniziato una terapia. L’età media era di 61 anni e i partecipanti avevano avuto la diagnosi della malattia neurodegenerativa in media due anni prima della partenza dello studio. I risultati ottenuti sono stati confrontati con 174 persone che non avevano Parkinson.
Un cambio di peso era definito come prendere o perdere chili per il 3% di peso corporeo nel primo anno di studio. In totale, 98 persone avevano perso peso e 59 lo avevano aumentato, mentre 201 avevano mantenuto un peso costante.
I partecipanti, inoltre, si erano sottoposti a test sulle capacità di pensiero all’inizio dello studio; test ripetuti ogni anno per otto anni, così come quelli per valutare altri sintomi non motori che possono manifestarsi nelle persone con Parkinson, quali depressione, ansia e problemi di sonno.
Le persone con Parkinson che perdevano peso mostravano un declino più veloce nelle capacità di pensiero rispetto a quelle che mantenevano il peso, soprattutto a livello di capacità di parlare in modo fluido. Di contro, le persone con Parkinson che aumentavano di peso avevano un declino inferiore nei punteggi a livello di test per valutare la velocità di processare i pensieri, rispetto a quelle che mantenevano il loro peso.
Infine non è stata registrata nessun altra relazione tra cambiamenti di peso e punteggi ai test sulle capacità di pensiero. “La perdita di peso precoce è un sintomo comune nelle persone con malattia di Parkinson e può essere un segnale che le persone sono a rischio di declino cognitivo”, conclude Jun.
Fonte: Neurology 2022