(Reuters Health) – Secondo i risultati di un sondaggio israeliano, pubblicati da Advances in Therapy, sono gli effetti collaterali gastrointestinali il motivo più comune per cui le donne affette da osteoporosi manifestano una sostanziale non aderenza alla terapia con bisfosfonati per via orale. I bisfosfonati riducono il rischio di fratture nelle donne con osteoporosi; tuttavia l’adesione e la continuità al trattamento appaiono scarse. Inoltre, le nuove opzioni di trattamento disponibili e alcuni effetti collaterali gravi (osteonecrosi della mandibola e fratture atipiche femorali) che possono manifestarsi durante un trattamento con bifosfonati, seppure rari, hanno influenzato medici e pazienti. Partendo da queste evidenze, Inbal Goldshtein e i colleghi del Maccabi Healthcare Services di Tel Aviv hanno approfondito la questione sui fattori coinvolti nella non aderenza o nel cambio di terapia che spesso si verificano durante un trattamento con i bisfosfonati.
Lo studio
Allo scopo i ricercatori hanno condotto un sondaggio su 493 donne (età media 66 anni) che erano state sottoposte per la prima volta a un trattamento con risedronato o alendronato nel periodo 2010-2012, e che mostravano di non aderire alla prescrizione (meno del 70% dichiarava di avere acquistato il farmaco), o che entro un anno erano passate a una terapia diversa.
Si è così dapprima evidenziato che il 40% delle donne aveva interrotto qualsiasi trattamento anti-osteoporosi, il 9% ha continuato con la terapia iniziale, e il 51% è passato a una terapia diversa. In particolare, tra coloro che hanno interrotto o cambiato la terapia, il 40% ha citato come motivazione il bruciore di stomaco, reflusso acido, o altri effetti collaterali gastrointestinali e il 26,7% ha citato la raccomandazione del medico d’interrompere o cambiare il trattamento.
Inoltre, tra le pazienti che hanno interrotto completamente la terapia il 26,9% citava gli effetti collaterali e il 20% le raccomandazioni del medico, mentre il 14% sosteneva di aver percepito una scarsa importanza del trattamento e il 3% ha citato il costo di farmaci.
Secondo Goldshtein, questi risultati sottolineano l’importanza della scarsa tollerabilità e della non aderenza alla terapia dell’osteoporosi, e denunciano una scarsa informazione da parte del medico ai sui pazienti, sia sull’importanza di seguire costantemente una terapia anti-osteoporosi, sia sugli effetti collaterali che potrebbero incontrare. In conclusione, quindi, gli autori suggeriscono ai medici di coinvolgere i pazienti nelle loro decisioni terapeutiche, non senza dare loro le corrette informazioni su rischi, benefici e costi del trattamento stesso, tenendo ben presenti tutte le varie opzioni di trattamento oggi disponibili.
Fonte: Adv Ther 2016
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)