Ricreare il microambiente tipico di un osso sano per andare a supplire la carenza delle cellule ossee invechiate. Ci sono riusciti i ricercatori del progetto europeo Boost a cui collaborano anche due studiosi italiani, Giovanni Vozzi e Carmelo De Maria del centro di ricerca ‘Enrico Piaggio’ dell’Università di Pisa, grazie ad un nanomateriale intelligente.
Il progetto Boost
Partito nel maggio scorso e finanziato con circa due milioni di euro, il progetto è coordinato dal Politecnico di Torino e, oltre all’ateneo pisano, coinvolge anche l’Istituto Ortopedico ‘Rizzoli’ e l’Università Politecnica delle Marche. Boost, spiega una nota dell’università pisana, “mira a recuperare l’equilibrio fra l’azione degli osteoblasti, cellule deputate al rinforzo della struttura ossea, e gli osteoclasti, che invece la distruggono laddove non necessaria, attraverso lo sviluppo di una struttura polimerica micro e nano fabbricata in grado di riprodurre gli stessi stimoli fisici, chimici, meccanici, topologici e biologici del tessuto osseo sano”.
“E’ un approccio completamente differente rispetto al tradizionale apporto farmacologico – sottolinea Vozzi – ma che potrebbe anche integrarsi a questo con l’inserimento di farmaci nella struttura nanoporosa del materiale con il quale è fabbricato il polimero”.