Entro il 2050 il 34% della popolazione italiana sarà over 65. Di pari passo saranno destinati ad aumentare anche i cosiddetti ‘grandi anziani’, ovvero coloro che hanno più di 80 anni. L’invecchiamento della popolazione sta imponendo una riorganizzazione dei sistemi sanitari di tutto il mondo, al fine di rispondere nel modo più adeguato ai bisogni di salute emergenti dei cittadini. La rivoluzione riguarda tutte le specialità mediche, ma alcune, in particolare, sono maggiorente coinvolte nel cambiamento. Tra queste vi è, senza dubbio, l’ortopedia: solo per fare un esempio la domanda di interventi di artroprotesi totale del ginocchio è cresciuta costantemente sin dai primi anni 2000 e si prevede che continuerà ad aumentare del 45% entro il 2050, creando un ulteriore onere per le limitate risorse dei sistemi sanitari europei.
Le richieste dei pazienti
Il tema dell’artroprotesi del ginocchio è stato uno dei principali focus affrontati nel corso del 107° Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT), che si è tenuto a Roma nei giorni scorsi. Gli specialisti si sono confrontati sulle soluzioni che gli operatori sanitari potranno porre in essere per ottimizzare l’utilizzo delle risorse negli ospedali e per gestire meglio le crescenti richieste. “Le aspettative dei pazienti nell’ambito della protesica del ginocchio sono molto cambiate – spiega il dottor Alberto Momoli, Past President SIOT -, poiché chiedono non solo un recupero rapido, ma anche totale, che gli permetta di tornare alle attività fisico sportive pre-intervento. Nuovi materiali e design oggi consentono un ampio range di movimento e favoriscono un buon recupero in breve tempo. Anche le persone più anziane chiedono di poter continuare a muoversi liberamente per mantenere la propria autonomia – aggiunge Momoli -. In ortopedia le nuove tecnologie si stanno espandendo in vari ambiti, ne è un esempio l’ortobiologia che permette un rallentamento dei processi artrosici. Così come un’altra grande innovazione è la chirurgia robotica sempre più utilizzata per la chirurgia protesica soprattutto di ginocchio e anca”.
SIOT punta su formazione e nuove tecnologie
A confermare l’espansione di queste nuove tecniche chirurgiche supportate dalla robotica ci sono numerosi dati: nei paesi OCSE, gli interventi di artroplastica totale del ginocchio (TKA – Total Knee Arthroplasty) sono aumentati del 35% tra il 2009 e il 2019, con un’incidenza di 137 per 100mila abitanti. In Europa, entro il 2050, si prevede un ulteriore aumento, tra il 43 e il 45%, che determinerà un nuovo tasso di incidenza di circa 299 procedure di TKA primaria per 100mila abitanti. La sostituzione del ginocchio è ampiamente riconosciuta come una delle procedure chirurgiche più comuni e di successo, con una sopravvivenza superiore al 90% a 15 anni. Tuttavia, c’è ancora la possibilità di migliorare il grado di soddisfazione dei pazienti, visto che fino al 20% dichiara di non essere stato soddisfatto dei risultati dell’intervento. Ed è proprio per rispondere alle crescenti esigenze dei pazienti che “SIOT per i prossimi due anni – assicura il prof. Pietro Randelli, Presidente della stessa Società Scientifica – investirà molto sia sulla formazione dei nuovi chirurghi, che sulle nuove tecnologie. Lo faremo attraverso programmi personalizzati che, oltre ad un percorso di training ad hoc, prevedono un esame finale su cadavere e il rilascio di una certificazione SIOT”. In questa prospettiva, continua il Presidente Randelli “intendiamo promuovere delle partnership con le aziende più importanti del settore, in termini di volume e qualità. Sinergie grazie alle quali vorremmo sviluppare dei programmi che siano in grado di definire lo standard futuro di chirurgia protesica del ginocchio, che si basa sulla personalizzazione degli impianti che sempre di più dovranno rispondere all’anatomia specifica di ogni singolo paziente”, sottolinea il prof. Randelli.
Artroplastica totale del ginocchio manuale VS robot-assistita
Rispetto all’artroplastica totale del ginocchio (TKA) manuale, la TKA robot-assistita è in grado di migliorare l’allineamento e il posizionamento della protesi. Di conseguenza, il miglioramento dell’allineamento e del posizionamento osservato con la TKA robot-assistita può contribuire a migliorare gli esiti riferiti dai pazienti (detti PROMs o patient-reported outcome measures) e ridurre il dolore. Inoltre, la chirurgia robotica può diminuire i costi di assistenza. Nel setting operatorio, la soluzione robot-assistita assiste il chirurgo e fornisce informazioni di valore, un’esecuzione versatile e prestazioni verificate per garantire efficienza e ottimizzare i risultati per i pazienti. “Nell’ambito della sostituzione protesica del ginocchio sono davvero numerose le evidenze scientifiche che mostrano la superiorità, per migliori esiti, della chirurgia robotica, rispetto a quella tradizionale – commenta il Prof. Francesco Benazzo, Presidente del Congresso SIOT 2024 -. Dati, che pur dovendo essere comprovati a lungo termine, già mostrano una maggiore soddisfazione del paziente, una ripresa post-operatoria più rapida ed una riabilitazione facilitata. Tuttavia, la chirurgia robotica è ancora agli inizi, siamo in una fase che definirei ‘preistorica’, ma numerose sono le introduzioni tecnologiche di ultima generazione che permettono un miglioramento continuo, come l’utilizzo della realtà virtuale. Per noi chirurghi è una vera e propria sfida: dobbiamo tenerci costantemente aggiornati su tutte le novità che via via vengono introdotte, tenendo sempre ben presente il nostro obiettivo cardine: il massimo beneficio ottenibile per il paziente”.
L’espansione della tecnologia robotica ortopedica
Poco più di un anno fa la tecnologia robotica ortopedica di Johnson & Johnson MedTech per la chirurgia protesica di ginocchio ha ricevuto la marchiatura CE e sono stati effettuati i primi casi clinici in Europa. Da allora oltre 3mila procedure robotizzate sono state eseguite in Europa, con oltre 30 installazioni, con ampia soddisfazione sia dei clinici, che dei pazienti. Anche in Italia si sta avviando proprio in queste settimane l’esperienza dell’introduzione di questa tecnologia, con risultati simili. Il dottor Dirk Ghadamgahi, Head Medical Affairs EMEA J&J MedTech and Orthopedic surgeon ha assistito allo start up di questa tecnologia nei maggiori centri in Europa: “Uno dei principali vantaggi di questa tecnologia è la velocità: è possibile ottenere informazioni sull’allineamento delle articolazioni in tempo reale, così da poter prendere delle decisioni in tempo altrettanto reale. Altro indiscutibile vantaggio è la semplicità di utilizzo e i numeri lo dimostrano. Ci sono realtà in cui questa nuova tecnologia è stata utilizzata per 300 pazienti in sei mesi, sempre ottenendo ottimi esiti, sia in termini di successo dell’intervento, che di velocità di recupero del paziente”.
Siamo, dunque, di fronte ad una nuova era della chirurgia robotica: “L’introduzione dell’intelligenza artificiale aiuterà ancor di più chirurghi a comprendere al meglio le articolazioni che dovranno trattare chirurgicamente. La prospettiva auspicabile è che il chirurgo possa avere a disposizione un robot adatto a qualsiasi tipo di protesi. Allo stesso tempo, però, è necessario che il chirurgo resti sempre al centro della scena, che sia lui il vero protagonista e non il robot”, conclude il Prof Benazzo.
Di Isabella Faggiano