(Reuters Health) – Perdere peso e sentirsi più felici. Non sempre funziona così. A dimostrarlo i risultati di un ampio studio danese pubblicato su Annals of Surgery, secondo i quali dopo l’intervento di chirurgia bariatrica e la perdita di peso che ne consegue, diminuisce l’uso di tutti i farmaci che il paziente assumeva per malattie collegate all’obesità, ma cresce sensibilmente l’impiego di farmaci psichiatrici e neurologici. Migliaia di pazienti danesi sono stati seguiti e i ricercatori hanno scoperto che a tre anni dall’intervento chirurgic – benché la glicemia scenda e diminuiscano le prescrizioni di farmaci per il diabete (-70%), per il colesterolo (-50%) e per l’ipertensione (-40%), – l’impiego degli antidepressivi cresce più del doppio.
«E’ noto che la perdita di peso indotta dal bypass gastrico può migliorare per esempio il diabete di tipo 2 e altre malattie metaboliche – spiega Sigrid Bjerge Gribsholt dell’ Aarhus University Hospital – ed è sorprendente oltre al miglioramento delle patologie, la riduzione così importante delle medicine assunte per curarle, ma è chiaro che la chirurgia bariatrica non può in genere avere effetti benefici sui problemi psicologici o psichiatrici».
Lo studio
Il team danese ha studiato i dati di oltre 9.000 pazienti, sottoposti a bypass gastrico in Danimarca tra il 2006 e il 2010, confrontati con quelli di 99.000 persone simili nella popolazione generale che però non hanno eseguito l’intervento chirurgico; analizzando le cartelle cliniche i ricercatori hanno messo a confronto l’utilizzo di farmaci prescritti sei mesi prima e tre anni dopo la procedura chirurgica. La maggior parte dei pazienti operati era costituita da donne con un’età media di 40 anni; l’80% dei pazienti operati prendeva un farmaco all’inizio del periodo di studio, rispetto al 50% di coloro che non erano stati sottoposti a bypass. Dopo tre anni i pazienti operati utilizzavano un numero minore di prescrizioni farmacologiche rispetto ai non operati che ne usavano di più.
I risultati
Nel gruppo degli operati tutti i farmaci per diabete, colesterolo, pressione alta e spray per problemi respiratori erano significativamente diminuiti; invece, l’uso di farmaci neuropsichiatrici, come antidepressivi e antipsicotici, era due volte più elevato nel gruppo con il bypass gastrico rispetto al gruppo di confronto e, fatto ancor più significativo, le prescrizioni avevano subito un’ulteriore impennata dopo l’intervento chirurgico.
Quale sia il legame tra bypass-perdita di peso e maggior uso di antidepressivi non è chiaro ma sicuramente, affermano i ricercatori, questo aspetto merita di essere indagato.
Lo scenario non è incoraggiante. «D’altra parte in questo momento non c’è nessuna altra metodica o terapia o regime alimentare che sembra essere efficace per consentire alle persone di perdere il peso accumulato e non far risalire l’ago della bilancia – dichiara Pierre Crémieux, Managing Principal di Group Analysis, Inc. – fin’ora la chirurgia bariatrica sembra essere l’unico intervento che funziona, ma naturalmente si tratta di una decisione piuttosto radicale e irreversibile per un paziente».
Lo studio danese ha coinvolto migliaia di soggetti per molti anni e i suoi risultati sono considerati affidabili, tuttavia la situazione descritta potrebbe non essere declinata in altri Paesi. «Infatti – dice Crémieux – studi precedenti avevano evidenziato che l’uso di antidepressivi e antipsicotici si manteneva stabile dopo chirurgia bariatrica, mentre le prescrizioni degli altri farmaci diminuivano. Una spiegazione a quel che accade in Danimarca potrebbe essere un’attenzione particolare del sistema sanitario alla salute mentale dei pazienti con bypass gastrico».
Fonte: Annals of Surgery 2016
Kathryn Doyle
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)