Alcuni ricercatori dell’Università di Singapore hanno sviluppato un anticorpo che potenzia le probabilità di sopravvivenza dei pazienti debilitati colpiti da influenza e polmoniti. Dopo essere risultato efficace nei test di laboratorio, l’anticorpo è in corso di adattamento per l’impiego negli esseri umani.
Gli scienziati lo stanno anche impiegando per sviluppare un kit diagnostico in grado di aiutare i medici a tenere traccia della progressiva ripresa dei pazienti colpiti da tali infezioni. Le epidemie influenzali, come la mortale influenza spagnola del 1918 che ha ucciso più di 50 milioni di persone o il grave focolaio di SARS del 2002, sono fonte di grande preoccupazione per i governi e la popolazione in tutto il mondo. Il WHO stima che l’influenza possa variare da 3 a 5 milioni di casi gravi nel mondo ogni anni, con 250.000-500.000 decessi annuali.
La polmonite, d’altro canto, è la principale causa di mortalità infantile nel mondo, essendo responsabile del 15% dei decessi nei bambini al di sotto dei 5 anni. Saranno necessari sino ad otto anni per sviluppare l’anticorpo utilizzabile sugli esseri umani. Questo funziona bloccando la proteina ANGPTL4, correlata al livello infiammatorio del paziente: all’inizio, l’infiammazione è utile in quanto aiuta a liberarsi dell’agente patogeno, ma successivamente potrebbe rimanere anche quando il patogeno è stato debellato, determinando un prolungamento dei tempi di ripresa e notevoli complicazioni. (Cell Reports, 2015; 10: 654)