Ogni mese in più di congedo retribuito per maternità è associato ad una riduzione del 13% dei tassi di mortalità infantile nei paesi a basso reddito e nel mondo in via di sviluppo. E questo si traduce in otto morti neonatali evitate per ogni 1.000 nati. E’ quanto emerge da uno studio canadese pubblicato su PLoS Medicine.
Già in passato il tempo libero dopo la nascita era stato collegato a più bassi tassi di mortalità infantile nei paesi ricchi, ma questo studio offre la prima riflessione su come un permesso di congedo retribuito possa influenzare la sopravvivenza infantile nei paesi meno ricchi.
“I nostri risultati suggeriscono che l’allungamento della durata del congedo di maternità retribuito è un potenziale strumento per la riduzione della mortalità infantile nei paesi a basso e medio reddito, in particolare quelli che offrono ferie di durata più breve, e per il raggiungimento degli obiettivi globali finalizzati alla soppressione delle morti infantili prevenibili”, ha detto l’autore dello studio Arijit Nandi, ricercatore di politiche sanitarie e sociali presso la McGill University di Montreal.
Le ferie retribuite sono collegate ad una serie di benefici per la salute di madri e bambini, tra cui la riduzione dei tassi di depressione post-partum, un aumento dell’allattamento al seno e un maggior controllo della salute dei piccoli durante il tempo libero, con più controlli infantili di routine e vaccinazioni, come studi precedenti hanno dimostrato. Anche per i padri c’è un ulteriore guadagno, dato che ricerche precedenti hanno suggerito lo sviluppo di legami più forti padre-figlio, quando i padri possono usufruire del congedo parentale.
Lo studio
Per questo studio, Nandi e colleghi hanno esaminato i dati relativi a circa 300.000 bambini nati nel corso di otto anni in 20 zone che comprendevano, sia paesi a basso reddito che nazioni in via di sviluppo in Africa, Asia e America Latina. Si procedeva abbinando le statistiche sanitarie per i bambini con le informazioni sulle politiche adottate dai governi di ogni Paese per il congedo di maternità. Si è così dapprima evidenziato che in media, circa 55 su 1.000 bambini sono morti durante il periodo di studio. In particolare la mortalità durante il periodo neonatale era di circa 31 bambini su 1.000 nati. Dai 2 mesi a 1 anno di età, il tasso di mortalità è stato di circa 23 bambini ogni 1.000. Procedendo, la prima osservazione della riduzione della mortalità infantile associata a un più lungo congedo di maternità retribuito si è verificata dopo il primo mese di vita.
I commenti
Lo studio, secondo gli autori, non è in grado di dimostrare che un congedo retribuito, possa direttamente influenzare la riduzione della mortalità infantile, anche se i risultati tengono conto delle caratteristiche demografiche a livello individuale, famigliare e nazionale. Inoltre si deve tenere conto anche degli eventuali errori da parte delle madri nel riportare i dati sulla morte dei figli e delle diverse politiche sanitarie dei paesi inclusi nello studio in termini di ferie pagate e congedo di maternità pure retribuito. L’obiettivo della riduzione della mortalità infantile attraverso l’aumento di ferie pagate fa parte dei progetti delle politiche sanitarie proprio nei Paesi che rappresentano il 95% della mortalità infantile. In tutto il mondo, più di 180 Paesi garantiscono un certo tipo di permesso retribuito per le neo mamme, anche se gli Stati Uniti non è tra questi. Anche se negli ultimi tempi qualcosa si sta muovendo in senso positivo.
Lisa Rapaport
Fonte: PLoS Med 2016
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)