Dalla prima missione europea su Mercurio, BepiColombo, che partirà ad autunno di quest’anno, al progetto Exomars 2020 che prevede lo sbarco di un robottino europeo su Marte che monta un trapano italiano per la ricerca della vita, fino al nuovo osservatorio per la caccia alle onde gravitazionali dallo Spazio, Lisa, programmato nei prossimi 20 anni. A questi, e a molti altri, progetti futuri guarda l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) che proprio ieri ha festeggiato i suoi primi 30 anni.
E’ del 30 maggio 1988, infatti, la legge che istituiva l’Asi, a coronamento di una storia cominciata nel 1959, con la nascita della Commissione nazionale per le ricerche spaziali e che il 15 dicembre 1964 aveva portato l’Italia ad essere fra i pochissimi Paesi a lanciare un suo satellite, il San Marco 1, grazie a Luigi Broglio, pioniere dell’Italia spaziale al quale oggi è stato dedicato l’auditorium dell’Asi.
“Il ritorno per l’Italia nel settore spazio tra il 2014 e il 2017 è del 4%, pari a 276 milioni di euro”, ha detto Roberto Battiston, presidente dell’Asi. “A 30 anni dalla sua fondazione, l’Asi si è ritagliata un ruolo da protagonista nelle scienze spaziali, nelle tecnologie satellitari con Cosmo SkyMed e nell’esplorazione dell’universo”, ha aggiunto.
“Basti pensare ai 7 astronauti italiani, alla missione Cassini su Saturno, con cui l’Asi ha operato alla pari con la Nasa e l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), per metà made in Italy, o al lanciatore Vega e alla quotazione in borsa dell’azienda che lo realizza, l’Avio”.
L’industria italiana ha un ruolo centrale nella ‘space economy’, “uno dei settori che cresce di più – ha concluso Alessandro Profumo, ad di Leonardo, che compie 70 anni – grazie a un bagaglio di competenze d’eccellenza in Europa”.