Arriva dal mare la nuova possibile arma per trattare il cancro. Le microscopiche alghe diatomee possono essere infatti trasformate in fabbriche di anticorpi, e utilizzate per portare farmaci nelle cellule malate, lasciando intatte quelle sane. Lo hanno dimostrato i ricercatori coordinati da Nicolas Voelcker, dell’Università dall’Australia del Sud di Mawson Lakes, sulla rivista Nature Communications. I farmaci della chemioterapia sono spesso tossici per i tessuti dell’organismo. Per minimizzare questi effetti sulle parti sani, i medicinali possono essere ‘nascosti’ dentro nanoparticelle ricoperte di anticorpi, che si attaccano solo a delle molecole nelle cellule del tumore, rilasciando così il loro carico tossico solo sul bersaglio voluto. Ma produrre nanoparticelle del genere è molto costoso. Le diatomee invece, alghe minuscole con dimensioni simili alle nanoparticelle (4-6 micrometri di diametro), unicellulari, sono avvolte naturalmente da uno scheletro di silice, una sorta di conchiglia dal guscio poroso. I ricercatori sono riusciti a costruire geneticamente delle alghe capaci di produrre, sulla superficie dei loro gusci, una proteina che si attacca a degli anticorpi specifici per il cancro e assorbire anche i farmaci anti-cancro. Le nanoparticelle di alghe così create, aggiunte a delle cellule umane coltivate in laboratorio, sono state in grado di uccidere il 90% delle cellule tumorali, risparmiando quelle sane. In particolare si è visto che iniettandole nei topi il tumore è regredito. Le diatomee, che necessitano solo di acqua e luce per crescere, rappresentano inoltre un’alternativa più economica rispetto alle nanoparticelle sintetiche e possono ridurre lo spreco di nanoparticelle terapeutiche tossiche.