A seguito del clamore suscitato dai nuovi casi di meningite registrati in varie regioni italiane, sono più che raddoppiate le dosi di vaccino anti-meningite fornite alle asl sul territorio nazionale facendo registrare un +130%. A fornire il dato è Carlo Signorelli, past president della Società italiana di igiene e medicina preventiva (Siti) e ordinario di Igiene all’Università di Parma.
“Per il vaccino quadrivalente anti-meningite, che protegge dai ceppi A-C-W-Y135, il più utilizzato a livello nazionale – afferma Signorelli – risulta da dati aziendali un aumento del 70% delle richieste da parte delle asl nel periodo settembre-dicembre 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015, con un picco del +130% di dosi fornite alle asl nel mese di dicembre 2016”.
Il punto però, avverte l’esperto, “è che in queste ultime settimane i casi di meningite registrati hanno fatto notizia, pur non essendo in eccesso rispetto alla media ed al trend storico. E’ insomma scattata la psicosi ed una corsa disordinata ai vaccini che però, in vari casi, non è giustificata”. A fronte di ciò, rileva, “in alcune asl delle regioni dove si sono registrati più casi si sta iniziando a verificare una carenza di vaccini, come in Toscana, Lazio e Veneto”.
Per questo, conclude Signorelli, “le autorità dovrebbero definire con chiarezza le categorie per le quali la vaccinazione e’ prioritariamente indicata, in modo da non creare un assalto ingiustificato, e come Siti riteniamo che la fascia su cui concentrarsi sia principalmente quella degli adolescenti fra 12 e 14 anni”.