(Reuters Health) -Alcune varianti del gene del recettore della melanocortina 1 (MC1R) sarebbero un fattore di rischio indipendente per il melanoma. A dimostrarlo è uno studio coordinato da Judith Wendt della Medical University di Vienna, in Austria, e pubblicato su JAMA Dermatology. Secondo i ricercatori, MC1R è il più importante gene che influenza sia la pigmentazione che il rischio di melanoma. Alcune varianti del gene possono influire sul rapporto tra i due pigmenti eumelanina, più scuro, stabile e fotoprotettivo, e feomelanina, di colore dal giallo al rosso, che genera radicali dell’ossigeno che danneggiano il DNA. “I portatori di specifiche varianti di questo recettore, che hanno più feomelanina che eumelanina, hanno i capelli rossi, le lentiggini e la pelle chiara”, hanno scritto gli autori. A seconda della loro associazione con i capelli rossi, le più comuni varianti del recettore sono classificate come ‘R’, ad alto rischio, e ‘r’, a basso rischio. Anche se la relazione tra esposizione alle radiazioni ultraviolette e melanoma è indiscussa, studi recenti sugli animali da laboratorio hanno evidenziato casi di melanoma indipendenti dall’esposizione ai raggi ultravioletti. Questo ha portato i ricercatori austriaci a indagare il ruolo del recettore della melanocortina 1.
Lo studio
Lo studio è stato condotto attraverso test genetici, questionari e analisi fatte su 991 pazienti con melanoma e 800 persone sane. I casi di scottature da sole e i danni della pelle provocati dall’esposizione solare sono stati presi in considerazione come variabili. Mentre è stata analizzata la sequenza del gene di MC1R per capire se erano presenti delle varianti.
Dall’analisi dei dati è emerso che, paragonati ai portatori del gene normale, chi aveva due o più varianti di MC1R era a rischio più elevato di melanoma, dopo aver ‘aggiustato’ i dati, considerando eventuali danni alla pelle, l’età e il sesso. E l’associazione è rimasta significativa anche per diverse combinazioni delle varianti. Un aumento significativo del rischio di melanoma è stato anche osservato con varianti del gene di MC1R e diversi tipi e gradi di severità dei danni alla pelle, specialmente a livello del viso, della nuca, del collo e delle mani.
Secondo David Fisher. Direttore del Melanoma Program al Massachusetts General Hospital Cancer Center di Boston, “un punto chiave dello studio è che c’è un rischio di melanoma nelle persone con la pelle poco pigmentata, anche quando l’esposizione al sole è minima. Questo include anche le parti della pelle non direttamente esposte ai raggi ultravioletti”. “Lesioni sospette della pelle devono essere valutate prontamente perché la rimozione precoce aumenta la possibilità di guarigione. In ogni caso, anche se l’esposizione ai raggi UV sembra indipendente, è importante utilizzare la protezione solare ed esporsi al sole in modo coscienzioso. Un’idea futuristica – ha spiegato – sarebbe quella di sviluppare agenti che convertono la melanina da giallo/rossa a marrone/nera, dal momento che la melanina più scura sembrerebbe più protettiva contro il cancro della pelle. Ma questo approccio non è al momento disponibile”.
Fonte: JAMA Dermatology
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)