Medicina del domani: sempre più Intelligente e più Artificiale

Con l’Intellegenza Artificiale, la tecnologia è ormai entrata a pieno titolo nell’evoluzione della medicina moderna. Dal diabete all’insufficienza cardiaca, passando per tumori e reazioni avverse ai farmaci, sono tanti i settori in cui i big della tecnologia stanno investendo.

Secondo quanto riportato da Ieee Spectrum, dunque, è soprattutto grazie agli avanzamenti nell’intelligenza artificiale a cui può essere ‘insegnato’ a diventare quasi migliori dei medici ad esempio nelle diagnosi precoci, che il mondo della ricerca, della medicina e dell’industria si stanno fondendo.

Una delle aziende più impegnate nel campo, si legge, sembra essere la Ibm, che già con la sua intelligenza artificiale Watson è entrata stabilmente nelle corsie degli ospedali. Un modello sviluppato dalla compagnia nell’ambito di un progetto da due milioni di dollari sembra essere in grado di anticipare di due anni le diagnosi di insufficienza cardiaca rispetto ai metodi tradizionali. L’algoritmo si basa sui dati normalmente raccolti durante le visite.

“Abbiamo scoperto – spiega Jianying Hu, uno dei ricercatori impegnati – che diagnosi di altre malattie, farmaci prescritti e cartelle cliniche di eventuali ricoveri, in quest’ordine, possono fornire dei segnali in grado di predire la malattia. A questo si aggiungono informazioni ottenute dalle cartelle compilate dai medici usando il linguaggio discorsivo”.

L’ingresso di un altro big, Intel, nel settore della salute si concentrerà invece sul tumore al polmone. La compagnia ha appena lanciato un concorso insieme con il gigante cinese AliBaba e altri partner per sviluppare un algoritmo capace di leggere le radiografie e altri dati medici di un paziente per anticipare la diagnosi e seguire la crescita del tumore.

L’intelligenza artificiale può essere usata anche per predire gli eventuali effetti collaterali di un farmaco. Lo ha dimostrato uno studio dell’Università di Stanford pubblicato dalla rivista ACS Central Science. L’algoritmo riesce, sulla base di poche informazioni sulla struttura chimica del farmaco potenziale, a formulare predizioni sia sulla tossicità potenziale sia sull’instabilità della molecola, un fattore cruciale per il suo sviluppo.

Un approccio diverso, ma sempre hi tech, è quello che secondo alcuni ‘rumors’ emersi proprio in questi giorni sta tentando Apple con il diabete. Il progetto segreto, che sarebbe in piedi da cinque anni, prevede lo sviluppo di sensori in grado di monitorare il livello di glucosio senza pungere la pelle.

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