(Reuters Health) – Il biosimilare di infliximab CT-P13 è sicuro ed efficace nella malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD). E’ quanto suggerisce una recente revisione sistematica e una metanalisi sul farmaco.”I medici possono avere qualche riluttanza a usare o passare dal farmaco originatore al farmaco biosimilare – dice Atsushi Sakuraba dell’Università di Chicago – ma come in Europa e nei Paesi asiatici, il trend dei biosimilari è inevitabilmente in aumento”.
Lo studio
Il team di Sakuraba ha valutato l’efficacia clinica e il profilo di sicurezza di CT-P13 in una revisione sistematica e una meta-analisi di 11 studi osservazionali comprendenti 829 pazienti. I tassi di risposta clinica al CT-P13 sono stati elevati: 79% a 8 e a 14 settimane, 77% a 24 e a 30 settimane tra i pazienti con malattia di Crohn, e 74% a 8 e a 14 settimane, 77% a 24 e a 30 settimane per i pazienti con colite ulcerosa. I tassi di remissione clinica nei pazienti con Crohn sono stati del 66% a 8 e a 14 settimane e del 60% a 24 e a 30 settimane; mentre per i pazienti con colite ulcerosa i tassi di remissione clinica hanno toccato il 50% a 8 e a 14 settimane e il 52% a 24 e a 30 settimane. Il tasso di eventi avversi complessivi è stato dell’8% in entrambi i gruppi di pazienti. Questi risultati sono stati pubblicati su Alimentary Pharmacology Therapy. I risultati sono stati altrettanto favorevoli o migliori negli studi in cui i pazienti sono passati da infliximab originatore a infliximab biosimilare. “La meta-analisi condotta nell’artrite reumatoide, pubblicata di recente, ha dimostrato risultati simili”, ha detto Sakaruba.
Fonte: Alimentary Pharmacology Therapy
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)