Gran parte delle persone infettate dal virus SARS-CoV-2, il 75%, si riprende dai sintomi più comuni del COVID-19 nell’arco di 12 mesi, indipendentemente dalla gravità della malattia. Tuttavia, dopo un anno, un paziente su quattro mostra ancora uno dei tre principali sintomi della patologia, ovvero tosse, affaticamento e mancanza di respiro.
È quanto emerge da uno studio condotto da un team della McMaster University, in Canada, guidato da Manali Mukherjee. I ricercatori hanno anche evidenziato che i sintomi persistenti sono associati a malattie autoimmuni, così come a un aumento di livelli di citochine, causa di infiammazioni. Lo studio è stato pubblicato dall’European Respiratory Journal.
La ricerca è stata condotta su 106 persone guarite dal COVID-19, valutate a tre, sei e 12 mesi dopo aver contratto l’infezione. Tutti i pazienti erano sani prima di contrarre il COVID.
Chi mostrava una riduzione degli autoanticorpi e delle citochine faceva registrare un miglioramento dei sintomi. Viceversa, i pazienti che avevano elevati livelli di autoanticorpi e citochine dopo un anno erano quelli i cui sintomi persistevano.
Sulla base di questi risultati, secondo Mukherjee, i pazienti con sintomi persistenti di long COVID dovrebbero consultare un reumatologo, specializzato in malattie autoimmuni, che può valutare meglio lo sviluppo di complicanze reumatologiche e l’eventuale necessità di un intervento precoce.
Fonte: European Respiratory Journal 2022