(Reuters Health) – Le persone esposte a livelli anche minimi di inquinamento atmosferico hanno più probabilità di sviluppare cambiamenti strutturali nel cuore, che possono rappresentare un segmo precursore di insufficienza cardiaca. È quanto emerge da uno studio britannico.
Lo studio
Un team della Queen Mary University, guidato da Nay Aung, ha esaminato i dati sull’esposizione all’inquinamento atmosferico dovuto al traffico e i risultati della risonanza magnetica cardiaca di 3.920 adulti che non avevano malattie cardiovascolari. È emerso che l’esposizione a Pm2,5 (minuscole particelle di inquinamento che includono polvere, sporco, fuliggine e fumo) e al biossido di azoto (un gas velenoso degli scarichi delle auto) sono associabili alla salute del cuore. Le persone esposte a un livello più alto di inquinanti atmosferici hanno fatto registrare maggiori probabilità di avere ventricoli cardiaci più grandi, anche dopo aver considerato potenziali fattori che possono influenzare in modo indipendente la loro dimensione. “I cambiamenti osservati nel cuore erano simili a quelli dell’insufficienza cardiaca”, spiega Aung.
Il metodo
Per valutare l’esposizione ai fumi, i ricercatori hanno esaminato i dati sui livelli di inquinamento atmosferico medio annuo a casa dei partecipanti all’inizio dello studio. La metà dei partecipanti era esposta a 9,9 microgrammi di particelle di Pm2,5 per metro cubo di aria (ug/m3) e 28,2 ug/m3 di biossido di azoto. Le linee guida britanniche consigliano un’esposizione media al Pm2,5 che non superi 25 ug/m3, anche se l’Organizzazione mondiale della sanità afferma che non ci sono limiti minimi di esposizione che assicurino la sicurezza. I ricercatori hanno poi misurato la struttura del cuore dei partecipanti grazie a una risonanza magnetica cardiaca con una mediana di 5,2 anni ,dopo aver valutato la loro esposizione all’inquinamento. Per ogni ulteriore 1 ug/m3 di Pm 2,5 e per ogni 10 ug/m3 di biossido di azoto in più a cui i partecipanti sono stati esposti, i loro cuori si sono ingranditi di circa l’1%. “Il tipo di mutamento è ben noto ed è un adattamento che preannuncia lo sviluppo dell’insufficienza cardiaca”, sottolineano gli autori.
I commento
“È possibile che respirare aria inquinata causi infiammazione nei polmoni e nei vasi sanguigni e che le particelle fini entrino nel flusso sanguigno, andando a sovraccaricare il cuore – ipotizza Benjamin Horne, direttore della Cardiovascular and Genetic Epidemiology all’Intermountain Medical Center Heart Institute di Salt Lake City, non coinvolto nello studio – Persino le persone che non hanno malattie cardiovascolari possono, col passare del tempo, sviluppare patologie dovute all’esposizione cronica all’inquinamento”.
Fonte: Circulation 2018
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)